A volte ritornano. Alessandro Di Battista, Max Bugani, l'ex ministro Barbara Lezzi e l'eurodeputato Ignazio Corrao, ribattezzati dentro il M5S "I quattro dell'Ave Maria" sembrano intenzionati a riprovarci. Ormai la strategia è la stessa, cambia solo il bersaglio.
"I tifosi della disfatta prima si buttano nei casi disperati e poi spingono per fare scelte distruttive per il Movimento", fanno notare a ilGiornale.it alcuni giovani parlamentari pentastellati, sempre più convinti che i quattro esponenti dissidenti puntino a far perdere Virginia Raggi alle Comunali di Roma dell'anno prossimo. Contrariamente alla vulgata generale, pare proprio che Di Battista e l'attuale inquilino del Campidoglio non abbiano mai avuto un ottimo rapporto, almeno in passato. "In 5 anni di amministrazione Raggi qualcuno ricorda un qualche sostegno di Alessandro Di Battista a Virginia?", osserva un ministro grillino che, ovviamente, ci chiede di mantenere l'anonimato. In Puglia, con la candidatura alla Regione di Antonella Laricchia, 'i quattro dell'Ave Maria' "hanno fatto un'intera campagna elettorale attaccando Emiliano, il Fatto Quotidiano e chiunque cercasse di ostacolare le loro mire tafazziste", ci ricorda, invece, un senatore pentastellato che aveva predetto la débacle. "Così andiamo a sbattere", avevano avvertito anche molti parlamentari grillini che sono stati inascoltati. Il risultato finale? Il Movimento in Puglia è andato sotto ogni aspettativa. "La ciliegina sulla torta, poi, è arrivata nel comizio finale: gli ultimi attacchi a Emiliano non facevano altro che rafforzarlo, quelli al governo rischiavano di trascinare tutti verso il baratro dell'instabilità", chiosano alcuni dirigenti del M5S. 'I quattro dell'Ave Maria' hanno così preso, si fa per dire, due piccioni con una fava: sono riusciti a far perdere gli ultimi punti percentuali alla Laricchia e a minare le trattative in corso all'interno del governo.
E adesso? "Che domande? Adesso hanno già pronta la sceneggiatura del nuovo film da recitare con la Raggi", risponde una deputata grillina di primo piano. "Stesso schema, stesso posto, stesso bar. Finto sostegno alla prima cittadina uscente e dichiarazioni kamikaze. Ma non perché a Dibba o agli altri importi veramente qualcosa della sindaca o del futuro di Roma, soltanto per vedere affondare il Movimento", aggiunge la grillina. Dibba e compagni vogliono solo andare contro corrente. "Sì, contro la volontà dei big del Movimento. Contro Conte, contro Grillo e contro Di Maio. Praticamente contro tutti, e quindi anche contro se stessi.
Peccato però che la strategia sia stata perdente’, ci confida un esponente grillino di governo. Una strategia che, secondo i pentastellati 'governisti', favorirebbe solo gli avversari del M5S. "Se continuano così, quando avranno dato l'ultima mazzata, il Movimento sarà finito", chiosano i grillini.
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