Macaluso: "Tra Renzi e D'Alema è una gara tra bugiardi"

Emanuele Macaluso sulla crisi del Pd: "Bersani e D'Alema non sono fuori dalla tempesta, non sono due vergini". Ma attacca anche Renzi: "Era una speranza, ma ha deluso"

Macaluso: "Tra Renzi e D'Alema è una gara tra bugiardi"

Non è certo una novità che il Pd sia diviso al proprio interno. Ma ormai siamo arrivati a livelli di scontro sempre più forte. E una dura critica arriva da uno dei padri nobili della sinistra, Emanuele Macaluso. Un uomo che è stato nella segreteria politica del Pci con Togliatti, Longo e Berlinguer, oltre ad aver diretto l'Unità (e più tardi il Riformista). Pur avendo 93 anni Macaluso è ancora una delle menti più lucide della sinistra italiana. Oggi, dalle colonne de La Stampa, critica il Pd (a cui non si è mai iscritto): "Fino a quando ha prevalso il vecchio gruppo che aveva origini nel Pci - D'Alema, Bersani, Veltroni - il Pd ha avuto un po' di solidità, ma questo gruppo dirigente ha sottovalutato la parte proveniente dalla Dc, che si è ricompattata. E come nasce Renzi? Dal fallimento di D'Alema e Bersani, dalla loro incapacità di essere davvero gruppo egemone. Nasce soprattutto dall'insuccesso elettorale e di leadership di Bersani, che, intendiamoci, è anche una brava persone, è stato un bravo ministro. E pure D'Alema è stato un buon ministro, non come Bersani, ma buono. E loro due non possono adesso tirarsi fuori dalla storia del Pd, dal suo fallimento. D'Alema è uno dei massimi responsabili".

Macaluso se la prende con Bersani e D'Alema, sottolineando che "non sono fuori dalla tempesta, non sono due vergini". Sul primo (Bersani) ricorda che se ora si indigna per i capilista decisi dalle segreterie di partito ma un tempo si accordò con Berlusconi per varare il Porcellum. Molto più duro il giudizio su D'Alema, sul quale sottolinea che non c'è mai corrispondenza fra cosa dice e cosa fa.

Quanto a Renzi, le parole non sono tenere: "Lui era una speranza per un mondo che la politica non ha compreso, ma è stata una speranza andata delusa perché Renzi a quel mondo non ha dato risposta". E ancora: "Ora intanto non può andare a votare. Se voleva andare a votare doveva dirlo al capo dello Stato subito dopo essersi dimesso. Il governo lo ha voluto e sostenuto, non può buttarlo a mare quando gli pare, non è da statista. E poi a maggio c'è il G7".

Maliziosamente Macaluso sottolinea inoltre che "Renzi deve indire un congresso in cui finalmente ci si chiede che cosa è il Pd e che cosa deve essere domani. Che cosa intende fare, a chi intende rivolgersi e come". E rincara la dose: "Queste sono le basi.

Se non capiscono questo non hanno capito niente, né l'uno né l'altro". Impietoso il giudizio sul rapporto tra Renzi e D'Alema: "Renzi gli ha promesso un posto di commissario europeo e poi certo, bugiardo contro bugiardo ha prevalso il bugiardo più grosso".

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