A Macerata va in scena il duello dei cortei sul corpo di Pamela

Stop alle manifestazioni, proteste e tensioni La cronaca nera si fa campagna elettorale

A Macerata va in scena il duello dei cortei sul corpo di Pamela

Macerata di nome e di fatto. La città marchigiana è straziata da giorni dalle schermaglie politiche seguite ai terribili fatti di cronaca che l'hanno scossa la scorsa settimana. Prima la morte di Pamela Mastropietro, finita - fatta a pezzi - dentro due trolley, e il relativo arresto dello spacciatore nigeriano Innocent Oseghale, poi la folle «vendetta» di Luca Traini, che sabato ha sparato all'impazzata nel centro della città e lasciandosi dietro sei feriti innocenti. Ora l'ultimo braccio di ferro è sulle manifestazioni. Con l'appello del sindaco Romano Carancini raccolto dal titolare del Viminale, Marco Minniti, a «sospendere» ogni corteo, e Anpi, Cgil, Arci e Libera che si ritirano dal sit-in antifascista proclamato per domani.

Una scelta che, anche per il timore che si tengano invece manifestazioni in memoria di Pamela o contro l'immigrazione, dopo la ridda di dichiarazioni e comparsate maceratesi di esponenti di estrema destra, da Fn a Casapound, negli ultimi giorni, ha scatenato polemiche a non finire, in particolare contro il ministro dell'Interno, con i centri sociali marchigiani che in aperto contrasto con la decisione confermano: «Andremo comunque in piazza per ripristinare l'agibilità democratica». E per capire il clima, ieri era annunciato un corteo non autorizzato di Forza Nuova. I militanti del movimento di Fiore - che per calmare gli animi annunciava «rivolta» in caso di una scarcerazione di Oseghale - sono entrati in contatto con le forze dell'ordine e alcuni di loro sono stati portati in questura: sei i feriti negli scontri. Insomma, tanto più in campagna elettorale, Macerata si ritrova palcoscenico di uno spettacolo già visto, con il sangue innocente versato che finisce per essere solo un pretesto per quanti vogliono piantare la loro bandiera nelle polemiche seguite ai fatti, con l'appuntamento delle urne a meno di un mese di distanza. E infatti per le vie e per le piazze della città c'è tensione per una situazione che molti maceratesi comprendono non aver più molto a che fare con quanto accaduto la scorsa settimana. Come fosse uno spettacolo estivo allo Sferisterio, Macerata si offre come pittoresca scenografia per una rappresentazione recitata a memoria su temi di scontro sempre attuali, sempre caldi, tanto più in clima da campagna elettorale.

L'immigrazione tra accoglienza e timore per la criminalità, il razzismo vero o presunto, il ritorno di fiamma del fascismo. Questo è il terreno di scontro, mentre la cronaca di una settimana fa e le indagini che ne sono seguite perdono terreno e spazio su giornali e televisioni. Pamela, la sua fuga, la sua fine drammatica. Il giro di vite e gli arresti di spacciatori delle ultime ore che arrivano solo dopo che Innocent e il suo collega L.D. (che avrebbe venduto l'eroina alla ragazza e che ora è indagato per concorso in omicidio) avevano potuto continuare indisturbati il proprio lavoro di pusher (Oseghale persino con il permesso di soggiorno scaduto), la «radicalizzazione» di Traini, che - senza sostegno e senza amici - ha fomentato la sua insofferenza verso la droga e chi la vendeva, l'aggressività verso gli stranieri e la passione per le armi, e tutto nonostante il suo «disagio mentale».Che porterà il suo avvocato a chiederne l'incapacità di intendere e di volere, ma non l'ha mai portato all'attenzione di un medico, di uno psichiatra, di qualcuno che potesse impedirgli di «sbroccare», per usare le sue stesse parole, trasformando Macerata nel set di un western come reazione alla morte di Pamela.

La ragazza romana non tornerà mai più a casa. Chi è finito in galera affronterà inchieste e processi, si spera a prescindere dal colore della pelle.

A Macerata, dove domenica c'erano in giro più giornalisti che abitanti, ora sfilano politici di sinistra e di destra, tra proclami e visite bipartisan, in ospedale dai migranti feriti e poi dalla mamma di Pamela. E tra le vie scoscese del capoluogo marchigiano resta una schermaglia politica mascherata, recitata a uso e consumo del resto del Paese e delle sue divisioni da tifo calcistico.

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