Settimana per delineare le prime geometrie politiche in Francia dopo il voto del 7 luglio e le dimissioni del primo ministro, accettate ieri dal presidente della Repubblica Emmanuel Macron. Gabriel Attal e il suo esecutivo resteranno in carica solo per il disbrigo degli affari correnti e durante il consiglio dei ministri di ieri, probabilmente l'ultimo, il premier - nel frattempo diventato capogruppo dei deputati del partito di Macron, Renaissance - ha garantito «la continuità dello Stato fino all'ultimo minuto». Quasi certamente «per qualche settimana» secondo l'Elise, per arrivare almeno alla fine dei Giochi Olimpici di Parigi (11 agosto).
Comincia ufficialmente domani la XVII legislatura, frutto delle legislative indette da Macron per fare chiarezza dopo l'exploit del Rassemblement National (Rn) di Marine Le Pen e Jordan Bardella alle europee del 9 giugno. Il Paese è in stallo, nonostante il voto, a causa della mancanza di una maggioranza chiara ora che il Parlamento è diviso in tre blocchi e l'Assemblée Nationale si trova in una situazione senza precedenti: stabilire chi è opposizione, in assenza del nuovo governo. «Affinché questo periodo finisca il più rapidamente possibile, spetta alle forze repubblicane lavorare insieme per costruire un raduno attorno a progetti e azioni al servizio delle francesi e dei francesi», spiega l'Eliseo.
Domani si apre con l'elezione del presidente dell'Assemblée Nationale la prima battaglia di una settimana significativa, in cui si misureranno i rapporti di forza nell'Emiciclo. Maggioranza assoluta di 289 deputati necessaria nei primi due scrutini, al terzo basterà quella relativa. I presidenti dei quattro gruppi del Nuovo fronte popolare - Socialisti, Comunisti, Verdi e Insoumis - dicono di essersi messi d'accordo su una candidatura unica e hanno scritto ai presidenti del gruppo macroniano Ensemble per ricordare che lo sbarramento all'estrema destra è ancora necessario e per chiedere un incontro per accordarsi: «Non un posto al Rn negli uffici dell'Assemblea», invocano. Marine Le Pen sostiene invece che a sinistra «sono uniti solamente nel detestare la democrazia».
Venerdì scatterà l'elezione dei sei vicepresidenti di Palais Bourbon. Rn punta alla commissione finanze, una delle otto permanenti, fra i posti chiave che verranno decisi sabato 20. Ma il «barrage» contro l'ultradestra potrebbe ancora fermarne l'avanzata.
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