Macron choc: "L'Ue rischia di morire. L'arma atomica è imprescindibile"

Il discorso del presidente francese alla Sorbona: "Europa accerchiata e non tutelata a sufficienza. Serve debito comune da investire nella Difesa"

Macron choc: "L'Ue rischia di morire. L'arma atomica è imprescindibile"
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Con un linguaggio diretto, di cui si scusa ripetutamente per la schiettezza adoperata, il presidente francese torna alla Sorbona, dove nel settembre 2017 delineò la sua idea di Europa. Idea che, per sua stessa ammissione, ha bisogno di un tagliando urgente: «Non posso presentarmi qui oggi a dire che sia andato tutto bene». Macron parla 1 ora e 47 minuti davanti ad autorità civili e militari, giornalisti e sodali del suo partito, sfavorito alle euro-elezioni di giugno. Ricalibra le priorità, i nuovi pilastri per un'Ue «più sovrana e più potente». Sicurezza, geopolitica, gestione dei flussi, economia e cultura. Non senza stoccate ai nazionalismi: «Ovunque forti, perciò la risposta alle paure è l'audacia».

Subito un appello agli altri 26 Stati membri: «Ci dobbiamo sincronizzare». Altrimenti, è la diagnosi, «l'Europa può morire, serve un nuovo paradigma di difesa, ma non c'è difesa senza un'industria della difesa». E forse bisogna pensare a uno «scudo europeo» contro i missili russi. Un po' Cassandra, un po' Iron Man che nel film voleva uno scudo contro i cattivi, Macron chiede standard comuni (leggi: francesi). «La frammentazione è una debolezza, come possiamo agire insieme con cannoni e missili che non corrispondono?» È un nuovo manifesto, il suo. Idee europeiste per non restare schiacciati dal bipolarismo Usa-Cina e far fronte alle minacce di Mosca, e utile pure a ridare slancio a Parigi in un'Ue che potrebbe vedere i suoi liberali al quarto posto e non così influenti post-voto. «Serve un'Europa che si faccia rispettare e si sappia difendere», un quadro di sicurezza che ci permetterà di costruire relazioni di vicinato con la Russia. La conditio sine qua non, incalza il presidente francese, è che Mosca non vinca contro Kiev. Perciò lancia l'idea di un'accademia militare europea per formare fino a 5 mila militari, pronti in caso di necessità, e intanto rivendica la guida dell'unico Paese Ue con l'arma nucleare: «Imprescindibile per costruire le garanzie di sicurezza», sentenzia.

Evoca la dissuasione, Macron. Fatta però di segnali da inviare all'estero mostrando armi e munizioni Made in Europe: «Siamo in uno stato di minoranza strategica da cui dobbiamo uscire, certo siamo un pilastro essenziale della Nato ma dobbiamo produrre più velocemente e di più in Europa, altrimenti come costruiamo la nostra autonomia?». Chiede dunque una «preferenza europea» negli acquisti militari tra i 27, visto che i tre quarti degli aiuti inviati a Kiev sono extra-Ue. E guardando negli occhi Berlino rinnova l'auspicio di far debito comune per la causa ipotizzando un ruolo della Banca europea degli investimenti.

L'inquilino dell'Eliseo cavalca poi l'onda del malcontento, allargando il concetto di «sovranità europea» a ogni settore, dall'energia all'agroalimentare fino al digitale, allo spazio e alla cybersicurezza. Invita a trarre insegnamenti dal Covid e dalle crisi in corso, incluse le proteste degli agricoltori. «Mettiamo fine all'Europa delle complicazioni», sburocratizzare; ridare corpo all'industria e al «rischio di investire». Chiede un piano Ue da 1.000 miliardi.

E sprona i 27 a mettere paletti contro la concorrenza sleale extra-Ue, perché «c'è una geopolitica dell'alimentazione che non possiamo ignorare»; altrimenti stop ad accordi come il Mercosur, che la Germania di Scholz ancora difende. Macron lo chiama «patto di prosperità» continentale, invitando a riprendere il controllo anche dei confini con una nuova struttura politica. «Schengen diventi un Consiglio di sicurezza interna».

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