Con la conferma in Cassazione delle condanne per il processo Mafia Capitale, si riaprono le porte del carcere per Salvatore Buzzi, mentre per Massimo Carminati ancora non è scattata alcuna misura in attesa dei conteggi sulla pena residua che potrebbe essere inferiore ai quattro anni e quindi consentire l'affidamento ai servizi sociali. Il ras delle cooperative rosse, invece, che deve scontare ancora sette anni e tre mesi di reclusione, è stato arrestato nella notte a Lamezia Terme su disposizione delle Procura Generale di Roma dopo che i giudici della Suprema Corte hanno reso definitiva la sentenza emessa il 29 marzo 2021 dalla Corte di Appello di Roma, con la quale Buzzi venne condannato a 12 anni e 10 mesi di reclusione per i reati di associazione per delinquere, corruzione, turbata libertà degli incanti e trasferimento fraudolento di valori. «Mi stanno venendo a prendere», ha detto al telefono al suo avvocato, Alessandro Diddi. Poco dopo i carabinieri dal Ros lo hanno prelevato presso la cooperativa sociale «Malgrado tutto», dove era arrivato nei giorni scorsi, per trasferirlo nel carcere di Catanzaro. Per l'altro legale, Piergerardo Santoro, si tratta di una decisione «del tutto sproporzionata ed eseguita incredibilmente la notte stessa come fosse una reazione punitiva rispetto all'annullamento della originaria e infondata contestazione di mafia». Una sentenza che si scontrerebbe «con lo spirito della riforma Cartabia diretta al recupero della persona condannata al di fuori del regime carcerario».
Diverso il discorso per l'ex Nar, condannato a 10 anni perché ritenuto il capo dell'organizzazione criminale che a Roma era riuscita ad infiltrarsi nel tessuto della pubblica amministrazione al punto da controllare le attività economiche riuscendo a favorire i «terminali imprenditoriali» della banda. Al momento resta libero. Carminati ha già scontato 5 anni e 7 mesi di reclusione e il calcolo di quanto gli manca da scontare dovrà tenere conto anche dei giorni di buona condotta. Se la pena residua fosse inferiore ai 4 anni il Tribunale di Sorveglianza potrebbe disporre l'affidamento ai servizi sociali. «La condotta carceraria di Carminati, così come quella successiva, è stata irreprensibile - spiegano i difensori Francesco Tagliaferri e Cesare Placanica -. Anche alla luce dei 2 anni in regime di detenzione al 41bis per un'accusa rivelatasi poi infondata, confidiamo che gli venga concesso l'affidamento in prova».
La Cassazione intanto gli ha negato il cambio di dimora obbligatorio da Roma a Sacrofano che aveva chiesto per stare vicino alla compagna gravemente malata e perché l'attuale abitazione «necessita di lavori di riparazione». L'ex terrorista aveva anche chiesto di essere autorizzato ad allontanarsi da Sacrofano per poter andare a Roma a lavorare. Ma i giudici hanno detto no.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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