"Gli estremi per lo scioglimento del Comune di Roma per mafia c'erano a dicembre e ci sono ancora". Prima di cedere il posto a Franco Gabrielli, l'allora prefetto Giuseppe Pecoraro non aveva alcun dubbio: il Campidoglio va commissariato. Basta leggere le oltre mille pagine di relazione messa a punto della commissione prefettizia, anticipate oggi dal Corriere della Sera, per capire che non solo il sindaco di Roma Ignazio Marino sapeva tutto, ma che ha addirittura ignorato volutamente l'allarme lanciato nel 2014 dagli ispettori del ministero dell'Economia. Allarme che investiva gli appalti alla Enriche 29, una delle coop di Salvatore Buzzi, e alla Domus Caritatis, cooperativa del gruppo ciellino La Cascina.
"Va rilevato come l'affidamento sia avvenuto in via diretta - scrivevano gli ispettori del Mef nel gennaio del 2014 - in assenza di qualsivoglia procedura concorrenziale, sebbene l'importo del servizio sia largamente superiore al limite previsto dalla legge". Quasi un anno prima dell'arresto di Buzzi, il dicastero di via XX Settembre aveva già messo nero su bianco che la Enriches 29 beneficiava di proroghe "espressamente vietate" e di "rinnovi taciti dei contratti". Eppure, nonostante l'allarme del Mef, Marino aveva deciso di prolungare i contratti con la cooperativa di Buzzi. Lo stesso aveva, poi, fatto con la Domus Caritatis. "Anche in questo caso - lo avevano avvertito gli ispettori del ministero - sono estensibili le medesime censure relative alle modalità di affidamento del servizio e al ricorso sistematico all'istituto della proroga contrattuale".
Dinnanzi a queste accuse, Buzzi ha puiù volte risposto canidamente: "Noi abbiamo parlato... se vanno deserte, cioè con un'unica sola risposta, è come se fosse stata fatta la gara, e il Mef te lo levi dai coglioni...". Ma Marino, che avrebbe dovuto, prendere l'allarme del Mef e agire di conseguenza, cosa ha fatto? Nulla. Si è limitato a prorogare i vecchi contratti.
Tanto che, nella relazione che renderà pubblica nelle prossime ore, la commissione prefettizia ha scritto: "Così come nel 2012 venivano attivati tutti i canali di collegamento con le istituzioni, da Lucarelli (capo della segreteria di Alemanno, ndr) a Gramazio (ex consigliere comunale del Pdl, ndr) che vota la relativa delibera in consiglio comunale, similmente nel 2014 vengono attivati tutti i canali possibili nelle istituzioni, da Coratti ( ex presidente Pd del consiglio comunale, ndr), a Tredicine, Giansanti, Ferrari, D'Ausilio, Caprari". Alla commissione non resta che decidere, insomma, se l'associazione mafiosa ha condizionato e condiziona tutt'ora le scelte del Campidoglio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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