Giuseppe Conte ha incassato il primo "sì" alla risoluzione di maggioranza sul Mes e ora attende il voto decisivo - e quanto mai in bilico - del Senato. In tarda mattinata è arrivato il via libera da parte dell’Aula di Montecitorio, dove i giallorossi hanno incassato 315 voti favorevoli (239 i contrarti e 9 gli astenuti). Non vi erano dubbi a tal proposito: la maggioranza gode di numeri ampi alla Camera.
Ciò nonostante, hanno fatto rumore i sei voti contrari dei "dissidenti" pentastellati. A esprimere la propria contrarietà alla risoluzione i deputati Andrea Colletti, Fabio Berardini, Francesco Forciniti, Pino Cabras, Alvise Maniero e Mara Lapia. La loro presa di posizione agita tutto il Movimento 5 Stelle e con esso anche il governo in toto, premier compreso.
Nel tardo pomeriggio è infatti atteso il responso di Palazzo Madama, dove la maggioranza non può certo stare tranquilla: qui i numeri sono molto più risicati (eufemismo) e Italia Viva e lo stesso M5s (non è ancora certo cosa voteranno senatori grillini come Barbara Lezzi, Orietta Vanin, Nicola Morra ed Elio Lannutti) potrebbero giocare un bruttissimo scherzo a Giuseppe Conte.
Nel frattempo, arriva un interessante retroscena via Affaritaliani. Secondo il quotidiano online, infatti, il Consiglio dei ministri in programma questa sera a partire dalle venti viaggia spedito verso il rinvio. "A quanto siamo in grado di rivelare, sarà rinviato il consiglio dei ministri previsto per le ore venti di questa sera per il via libera alla task force sul Recovery Fund. L’idea di far rinviare anche per oggi il Consiglio dei Ministri sul voto sul Recovery, è arrivata direttamente da Dario Franceschini (ministro dem Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo), che si era consultato col Segretario Zingaretti", scrive a tal proposito Affaritaliani.
Quindi, è arrivata la conferma: non si terrà nemmeno questa sera il Consiglio dei ministri sul Recovery Fund che era atteso già nelle giornata di ieri, poi saltato. Lo confermano fonti di governo all'Adnkronos.
L’ennesimo tentativo di temporeggiare per non fare precipitare una situazione sempre più critica e difficile da gestire, anche nel caso in cui dovesse filare tutto liscio in Senato. Ovviamente, qualora la maggioranza dovesse finire sotto a Palazzo Madama, la crisi di governo diventerebbe ormai veramente inevitabile.
Insomma, lo spettro della crisi di governo – anche col voto favorevole di Palazzo Madama – non scomparirebbe comunque.
Come raccontato peraltro sempre da Affaritaliani nelle scorse ore, Matteo Renzi sarebbe pensando di chiedere la verifica di governo a inizio anno nuovo. Il giorno del giudizio, allora, potrebbe essere solamente posticipato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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