"Mai con Calenda e con la sinistra. Per colpa sua uno scontro interno al Pli"

Il segretario dei liberali ha annullato le intese preliminari con Azione siglate dal presidente del partito, De Luca: "Lo abbiamo sfiduciato"

"Mai con Calenda e con la sinistra. Per colpa sua uno scontro interno al Pli"

C'è ancora chi non si lascia sedurre dal fascino di Carlo Calenda. Dentro il Partito Liberale Italiano si è consumato un vero e proprio scontro interno in cui il segretario Roberto Sorcinelli, favorevole a un accordo col centrodestra, ha prevalso sul presidente Stefano De Luca che, invece, aveva già avviato dei contatti con i centristi di Azione.

Segretario Sorcinelli, ma è vero che il presidente De Luca è stato rimosso dalla sua carica?

«Sì, sabato, il Consiglio Nazionale ha sfiduciato il presidente Stefano De Luca e il co-segretario Nicola Fortuna che intendevano portare il Pli in un'alleanza con Carlo Calenda».

Come si è arrivati a questo punto?

«Si è arrivati a questa situazione dopo che il Consiglio Nazionale, il parlamentino del partito, su mia richiesta, ha ritenuto quella possibile alleanza non consona alla nostra posizione politica che è quella del liberalismo classico e conservatore».

Ma perché De Luca, storico esponente del Pli, stava ancora dettando la linea politica?

«La linea la detta il segretario, ma nell'ultimo Congresso era uscita una triade di segretari e De Luca, giocando sulla divisione della segreteria, ha assunto un ruolo che non gli era proprio perché il presidente, da statuto, dovrebbe avere solo un ruolo di garanzia».

Ora che succede?

«Finiscono qui i due anni di gestione diretta o indiretta di Stefano De Luca. Ora, infatti, il Consiglio nazionale mi ha dato, come segretario del partito, il mandato pieno ed esclusivo per trattare le alleanze e per l'uso del simbolo del Pli».

Interromperà ogni confronto con il leader di Azione?

«Non abbiamo nessun accordo con Calenda né con quella che pare prefigurarsi come coalizione di centro o come un gruppo di partiti che probabilmente si alleerà con la sinistra».

Eppure l'ex ministro allo Sviluppo Economico si professa liberale...

«Non ci convince chiunque aggiunga al sostantivo liberale qualunque tipo di aggettivo o, peggio ancora, chi usi la parola liberale non come sostantivo ma come un aggettivo. Noi siamo i veri liberali».

E Calenda? Perché definirsi un 'vero liberale'?

«Chiunque si definisca liber-qualcos'altro sta svilendo il concetto stesso di liberale. O sei liberale o sei socialista. Il socialismo è l'antitesi del liberalismo».

Esclude, quindi, totalmente un accordo col centrosinistra?

«Sì, da oggi nasce un nuovo Pli e noi liberali non porteremo mai voti né al Pd né al liberticida Speranza. Non andremo mai a insieme a questa sinistra illiberale e statalista e il nostro primo interlocutore sarà il centrodestra».

Cosa chiedete al centrodestra?

«Al

primo posto dell'alleanza c'è il tema della libertà individuale che, in questi anni di gestione profondamente sbagliata della pandemia, è stata fortemente compromessa. Non consentiremo mai più che venga violentata così».

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