Doveva essere la giornata dei conti che tornano, anche quelli della spericolata operazione previdenziale battezzata «quota 100». Dall'Inps non sono arrivate le cifre attese. Tante simulazioni, ma nessuno se l'è sentita di dire che la riforma che supera alcune asperità della legge Fornero e il reddito di cittadinanza costeranno meno del previsto. Il menù del vertice di maggioranza di ieri è quindi cambiato e sono entrati alcuni dei classici del pensiero pentastellato.
Il ritorno delle pensioni d'oro, innanzitutto. Il taglio agli assegni previdenziali più alti è indigesto alla Lega, partito forte al Nord dove si concentra il maggior numero di pensionati da lavoro e anche i redditi più alti. Dopo mesi di trattativa, i due partiti di maggioranza sembravano avere trovato un compromesso in un sistema a scaglioni, che penalizzava le rendite a partire da 90mila euro, con tagli che crescono proporzionalmente al reddito e vanno dal 10% al 20%.
Ieri la novità annunciata dal vicepremier e leader pentastellato Luigi Di Maio. «Il taglio delle pensioni d'oro entrerà nella legge di bilancio al Senato la settimana prossima. Passiamo dal 25% al 40% di tagli sulle pensioni d'oro», ha spiegato alla fine del vertice. Frase criptica che ieri non ha trovato conferme tra gli esponenti leghisti del governo: «Per cifre e stime aspettiamo».
Da quello che è dato capire, si tratterebbe di un prelievo sulla parte eccedente il tetto scelto dal governo. Se saranno i famosi 4.500 euro netti al mese il sacrificio si sentirà per le pensioni lorde più alte e solo per la parte eccedente i 90mila euro. In alternativa la soglia potrebbe essere elevata a 100 mila euro.
L'ennesimo annuncio che disorienta gli italiani, secondo i sindacati. «Impossibile stargli dietro. Avevano indicato la via del contributo di solidarietà, ed è giusta, ma non si capisce come possano arrivare a un taglio del 40 per cento», ha commentato Domenico Proietti, segretario confederale della Uil. «Ci auguriamo sia un'altra fake news, altrimenti» il taglio del 40%, «rappresenterebbe un vero e proprio furto ai danni di intere categorie professionali ed equivarrebbe ad un invito ad espatriare», ha commentato Giorgio Ambrogioni, presidente di Cida, la confederazione dei dirigenti e delle alte professionalità.
Tutto da decidere, assicuravano ieri fonti leghiste. Quello contro le pensioni d'oro è un accordo di massima, ma i dettagli annunciati da Di Maio sono da considerare una proposta di parte. Il problema è che servono risorse per finanziare le proposte di bandiera di entrambi i partiti di maggioranza. E il partito di Matteo Salvini potrebbe decidere di sacrificare i pensionati più ricchi per portare a casa «quota 100».
La direzione che il M5s vuole dare alla manovra è chiara.Tagliare le pensioni da lavoro e alzare la pensione minima. «Sarà alzata a 780 euro anche l'invalidità e quota 100 - chiosa Di Maio - partirà a marzo come il reddito di cittadinanza».
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