Di Maio torna a dare le carte: per Conte c'è un altro problema

Il ministro degli Esteri ha riacquisito una nuova centralità nel Movimento: "Ora è anche più apprezzato di prima". Così diventa un 'commissario' per l'ex premier

Di Maio torna a dare le carte: per Conte c'è un altro problema

Un ritorno, quasi a fari spenti, per rimarcare la sua importanza nel Movimento 5 Stelle. Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, si è incuneato nel vuoto di potere, tornando a recitare un ruolo da protagonista di fronte al persistente tentennamento di Giuseppe Conte. Certo, lo scenario è favorevole: Alessandro Di Battista ha lasciato i 5 Stelle e pensa a cosa fare da grande, Roberto Fico veste nei panni istituzionali di presidente della Camera e non può addentrarsi in questioni politiche, mentre e altri profili, come Stefano Patuanelli, sono stati ridimensionati dal passaggio dal Conte bis al governo Draghi.

E adesso Di Maio piace ai suoi anche più prima. Lo osservano i parlamentari pentastellati e prendono nota delle sue mosse. “Oggi è oggettivamente più apprezzato rispetto a quando era leader. È il politico più abile di tutti nel Movimento, senza dubbio anche di Conte”, osserva un parlamentare, in versione quasi amarcord, analizzando le conversazioni nelle chat interne.

Un altro problema per Giuseppi

Un problema ulteriore per l’ex presidente del Consiglio, che vede diminuire la fiducia nei suoi confronti nelle fila pentastellate. “È evidente che Di Maio abbia ritrovato una sua centralità. Di sicuro era quello che voleva, ma è pur vero che si sono create le condizioni ideali per recuperare spazio”, ragiona un’altra fonte interna. In che modo ha dimostrato di essere ancora lui a dare le carte? “Prendendo in mano il dossier delle Amministrative, fermo troppo a lungo”, è il ragionamento colto da IlGiornale.it. Di fronte alla lentezza della trattativa con il Partito democratico, ha rovesciato il tavolo, sponsorizzando la candidatura di Virginia Raggi. In questo caso ha sfruttato il sostegno dichiarato, e mai ritirato, da Beppe Grillo alla sindaca di Roma. Non contento il numero uno della Farnesina ha spinto per convincere Chiara Appendino a correre a Torino. Per qualcuno è stato uno schiaffo, il secondo dopo Roma, rifilato al Pd.

Sul profilo Facebook campeggia un post tutto dedicata proprio ad Appendino, che pure ha preferito sfilarsi. Ma il punto è stato segnato da Di Maio. “Sta adottando una strategia chirurgica, esce, colpisce e ritorna al proprio posto, alla Farnesina, parlando di cose estere”. Intanto a Napoli sta apparecchiando un’intesa, sul nome dell’ex ministro Gaetano Manfredi, per non passare da guastafeste. E c'è di più: ha 'messo il cappello' alla nomina di Elisabetta Belloni, ex segretario generale alla Farnesina, a capo dei servizi segreti. Ancora una volta c'è un post sui social a ostentare la sua soddisfazione per la nomina.

Strategia silenziosa

Pubblicamente Di Maio sostiene pienamente la linea di Conte e quindi la strategia di portare avanti il progetto di alleanza con il Pd. In questo momento è più saggio evitare tensioni ufficiali. "Ma - è il ragionamento che circola in ambienti grillini - le strategie si mettono in atto, non si annunciano sui giornali".

E che Di Maio torni a piacere ai suoi colleghi in Parlamento, è un fatto palpabile negli umori pentastellati. “In confronto a tanti altri, lui ascolta, dialoga. Non è tra quelli che sono spariti, anzi. Lo avesse fatto prima...”, spiega chi lo sente per questioni politiche.

Ma davvero qualcuno ipotizza un ritorno alla leadership grillina? "Molto difficile che accada, perché c’è Conte. Di sicuro sta rafforzando la propria posizione e la propria credibilità". Così da arrivare a essere una sorta di commissario dell’ex avvocato del popolo. In ogni caso imprescindibile per il Movimento.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica