Roma - Parisi non se l'aspettava. Appena rientrato da Londra, riceve una sorta di lettera di licenziamento dal Cavaliere. La sorpresa c'è tutta e non la nasconde a Porta a Porta dove viene stuzzicato da Bruno Vespa: «Non so se sia una lettera di licenziamento, ma il problema non è recuperare Salvini o qualche altro leader di centrodestra ma recuperare quei dieci milioni di italiani che non hanno più votato Forza Italia». Poi cerca di minimizzare: «Basta con le alchimie di Palazzo, non vanno bene. Occorre fare chiarezza perché anche Berlusconi è stato vittima in passato di coalizioni che poi si sono rotte». E ancora: «Il problema non è avere il sostegno degli Alfano o di altri leader ma di avere il sostegno della gente».
Poi torna ad attaccare Salvini anche se proprio il suo rapporto con la Lega preoccupa il Cavaliere: «Con gli slogan e con le ruspe non si governa». Peccato che l'ex premier sia convinto che senza Lega il centrodestra perde. Parisi tira dritto: «Io sono convinto che Berlusconi mi sosterrà. Non so cosa è accaduto tra venerdì ed oggi, ma so che bisogna essere stabili perchè altrimenti si genera confusione e sconcerto, la gente non capisce e poi resta a casa quando si tratta di andare a votare. In fondo l'ha detto bene in un'intervista: siamo moderati. Non so cosa sia successo. In ogni caso sono cose che succedono nei Palazzi, io parlo un altro linguaggio».
Vespa lo incalza e lui, poi, ammette: «Se Berlusconi vuole stare con Salvini, vada pure. Anche se io non credo che voglia essere guidato da lui. In ogni caso io vado avanti. Con Salvini si perde perché gli italiani non sono lepenisti. E non mi preoccupa quanto s'arrabbia Salvini».
La porta, però, non è chiusa del tutto: «O si fanno coalizioni chiare e sui programmi, altrimenti le alleanze sono attaccate con lo scotch e non reggono. È già successo a Prodi e allo stesso Berlusconi in passato. In ogni caso io vado avanti perché mi sono assunto delle responsabilità». Non è escluso che Parisi possa rimettersi attorno a un tavolo con Salvini per trovare un accordo ma ora è prematuro. E Mister Chili sottolinea le differenze programmatiche che restano abissali: «Come si fa a dire che dobbiamo uscire dall'Europa? Per fare cosa?».
Il momento è delicato ma ribadisce: «Sono convinto che Berlusconi non mi mollerà perché non vuole essere guidato da Salvini. Quanto alle alleanze... È prematuro. Non sappiamo neppure con che legge elettorale si andrà a votare».
Poi rievoca l'esperienza di Milano quando lui, candidato sindaco, aveva la Lega al suo fianco: «Abbiamo fatto un programma assieme. Ecco perché dico che serve uno scontro anche duro per arrivare ad un accordo. Abbiamo tutto il tempo per farlo». Ultima battuta: «In fondo con Salvini su una cosa vado d'accordissimo. Siamo entrambi contrarissimi alla riforma della Costituzione».
Quindi, liberato dall'imbarazzo per l'ultima uscita del Cavaliere, Mister Chili può picchiare duro su Renzi: «Stanno meditando di tassare ancora la casa. Ma non è un bancomat». E non importa che non si paga l'Imu sulla prima casa perché, dice Parisi «le seconde case sono tartassate».
Quindi ammette: «Sono appena rientrato da Londra dove ho parlato con ambienti finanziari. Ho spiegato loro che è una balla che se vince il No sarà un disastro. Anzi, è proprio vero il contrario». Almeno in questo il centrodestra appare coeso e compatto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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