Il Piano strutturale di bilancio (Psb) «non lascia indietro nessuno» e si concentra «sulla sostenibilità del sistema pensionistico e la qualità del sistema sanitario».
Nella premessa del citato Piano, inviato in Parlamento poco dopo la mezzanotte di ieri, il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti fissa gli obiettivi prioritari per la spesa pubblica dei prossimi anni, senza ignorare il contesto internazionale sottoposto alla vulnerabilità data dai due conflitti in corso in Ucraina e Medio Oriente. Il Piano, vagliato venerdì 25 settembre in Cdm, che sarà esaminato dal Parlamento l'8 ottobre, e che poi verrà inviato a Bruxelles, prova a disegnare una traiettoria per l'uscita entro il 2026 dalla procedura Ue per deficit eccessivo. E dal Piano inizia a prendere forma anche la prossima manovra. Che avrà 33 collegati, dalle pensioni alle famiglie numerose, dal lavoro alla povertà, fino all'ippica e alla caccia.
Quello di Giorgetti sembra un ottimismo della realtà: «La situazione economica, occupazionale e di finanza pubblica dell'Italia è in miglioramento malgrado la caduta dei livelli produttivi dell'industria, il preoccupante allargamento dei conflitti internazionali e sfide tecnologiche e ambientali di crescente complessità». Ed è quello che permette al governo di confermare e rendere strutturale, tramite la prossima legge di bilancio, gli effetti del cuneo fiscale sui redditi da lavoro dipendente fino a 35 mila euro e l'accorpamento delle aliquote Irpef su tre scaglioni già in vigore da maggio. E poi le risorse necessarie al rinnovo dei contratti pubblici, al finanziamento di misure per favorire la natalità e al rifinanziamento delle missioni di pace. Fare di più non è al momento sul tavolo. O meglio, dipenderà dalle risorse in arrivo dalla lotta all'evasione e dal concordato.
L'osservato speciale resta l'elevato stock del debito. «La sfida più grande», dice Giorgetti, che ribadisce la necessità della prudenza: «Il sentiero di politica fiscale che il Piano propone è realistico, credibile e prudente». Come già noto, il debito è stimato in crescita progressiva fino al 2026 (al 137,8% del Pil): la discesa, frenata dall'effetto del Superbonus, inizierà solo dal 2027.
Il titolare del Mef rimarca anche il tema dell'inverno demografico: «Nel lungo termine la sostenibilità del welfare dipende dalla demografia, il Piano rafforza le politiche per la famiglia, per sostenere la natalità e la genitorialità, con migliori servizi alle famiglie e incentivi dedicati». Il documento parla di potenziamento dell'assegno unico e revisione dei congedi parentali nel senso di «contribuire a un riequilibrio dei carichi di cura all'interno della famiglia» tra uomo e donna e «facilitare la permanenza delle madri nel mercato del lavoro».
Nel pomeriggio di ieri Giorgetti era a Sondrio per un convegno della Banca Popolare, dove è tornato sul tema «extraprofitti» ribadendo i concetti ormai noti, ma forse non abbastanza: non si tratta di introdurre nuove tasse su componenti di risultato «extra».
Bensì di concordare un'equa contribuzione da parte di tutti: «Nel momento in cui il Paese è chiamato a uno sforzo particolare taglieremo tante spese e chiameremo a concorso chi ne ha le possibilità. Penso all'industria della difesa, alle assicurazioni, e alle banche, che sono andate particolarmente bene per una condizione favorevole dei tassi».
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