Una manovra con la sorpresa: sarà stangata da 50 miliardi

Per le famiglie in arrivo una mazzata di oltre 800 euro. Il disegno segreto di Palazzo Chigi: l'aumento dell'imposta sui beni al 25,5%

Una manovra con la sorpresa: sarà stangata da 50 miliardi

Forza Italia è in piazza in tutta Italia per dire: «Basta tasse», sulla casa e sul risparmio. In Italia, il passaggio dall'Ici di Berlusconi (prima casa esclusa) all'Imu di Monti prima e alla Tasi di Letta e Renzi poi ha comportato un aumento della pressione fiscale sugli immobili di 20 miliardi che noi dal 2015 vogliamo restituire. Con il governo Berlusconi nel 2011 il gettito totale sugli immobili era pari a 11 miliardi, diventati 24 con Monti nel 2012 e oltre 30 con i governi Letta e Renzi. Una patrimoniale bella e buona. Il gettito derivante dalla tassazione del risparmio è passato da 6 a 10,7 miliardi di euro. Con i 2,6 miliardi di maggior gettito derivanti dall'aumento della tassazione sul risparmio voluto da Renzi da maggio 2014 l'aumento complessivo della tassazione è raddoppiata a 13,3 miliardi. Un aggravio fiscale su immobili e risparmi pari a quasi 30 miliardi.

No all'aumento di Iva, benzina e accise contenuto nella legge di Stabilità di Matteo Renzi per 51,6 miliardi in 3 anni cancellando tutte le clausole di salvaguardia.

Diamo fiato alle famiglie e rilanciamo l'edilizia. Riduciamo di 20 miliardi la pressione fiscale sugli immobili. Questo inusitato aumento di imposizione determinato dall'introduzione della tassazione sulla prima casa (esclusa nel 2008 dal governo Berlusconi) è stato aggravato dai moltiplicatori catastali alla base delle imposte locali, dalla riduzione al 5% della deduzione forfettaria Irpef delle spese relative ai redditi da immobili locati e dalla reintroduzione della tassazione Irpef delle seconde case

Come segnala Confedilizia l'Italia è il Paese con il maggior livello di tassazione sugli immobili, pari al 2,2% del Pil, contro la media Ocse dell'1,27%. L'offensiva fiscale senza precedenti ha portato a una svalutazione di circa 2.000 miliardi del patrimonio edilizio delle famiglie italiane pari a 80 volte il gettito ottenuto: un furto legalizzato.

Circa l'80% degli italiani è proprietario della casa in cui abita, che Forza Italia considera un bene sacro sul quale fondare la propria sicurezza. Una conseguenza diretta della svalutazione immobiliare è stata la contrazione dei consumi da parte dei tanti proprietari di casa, che hanno trasferito sui propri comportamenti quotidiani il disagio psicologico determinato dal carico fiscale sulla casa.

I danni provocati da una politica fiscale miope e restrittiva si sono manifestati attraverso effetti depressivi sul settore immobiliare (crollo delle compravendite, per dirne una, proprio a partire da gennaio 2012), ma anche su tutti i comparti che all'immobiliare sono direttamente o indirettamente collegati, e che hanno patito ingenti perdite di posti di lavoro, conseguenti alla chiusura delle imprese operanti nei settori coinvolti.

La situazione ha assunto caratteri di tale drammaticità che nel nostro Paese si sono cominciati a registrare 2 fenomeni un tempo impensabili: la distruzione da parte dei proprietari dei loro stessi immobili, per renderli privi delle caratteristiche di edifici e di conseguenza non assoggettabili a tassazione e la rinuncia ai propri beni in favore dello Stato. La stessa casa, da simbolo di sicurezza, è diventato un incubo da cui fuggire.

Gli effetti della scellerata politica fiscale dei governi Monti, Letta e Renzi sono stati devastanti anche dal punto di vista sociale. Basti pensare al fatto che dall'aumento dell'imposizione sugli immobili non sono state salvate neppure le abitazioni affittate a canone calmierato, attraverso i cosiddetti contratti concordati, pensati per venire incontro alle necessità dei meno abbienti, con la conseguente distruzione di questo settore della locazione fondamentale sul piano sociale.

Dove il fisco è civile, tassare la casa come avviene in Italia non sarebbe possibile, perché la Costituzione lo impedisce. La Corte costituzionale federale tedesca ( Bundesverfassungsgericht ), per esempio, ha stabilito in una sentenza del 22 giugno 1995 che «il prelievo fiscale trova il proprio limite costituzionale nella capacità di reddito del patrimonio». L'imposta sul patrimonio, pertanto, può aggiungersi alle normali imposte sui redditi solo nella misura in cui il contribuente risulti in grado di far fronte con i proventi normalmente prevedibili e disponga ancora, dopo il pagamento dell'imposta, di una parte del proprio reddito. Il che comporta l'intassabilità del «minimo vitale» per il contribuente e per la sua famiglia.

Siamo seriamente preoccupati per l'aumento di Iva, benzina e accise contenuto nella legge di Stabilità. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi non dice che il provvedimento ha «gittata» quadriennale, e che se le tasse diminuiranno di 18 miliardi nominalmente nel 2015, aumenteranno certamente, di fatto, di 12,4 miliardi nel 2016; 17,8 miliardi nel 2017 e 21,4 miliardi nel 2018. Un valore cumulato, in 3 anni, di 51,6 miliardi: più di 3 punti di Pil.

Significa che aumenterà l'Iva fino al 25,5% e che aumenteranno benzina e accise. Se a ciò si aggiunge, come abbiamo visto, l'aumento della tassazione del risparmio, già fatto da Renzi ad aprile, e l'aumento della tassazione sulla casa, che appena giunto a palazzo Chigi il presidente del Consiglio non ha voluto bloccare, il conto per gli italiani diventa insostenibile.

L'Osservatorio Nazionale Federconsumatori (Onf) ha calcolato che l'aumento di Iva, benzina e accise che subiremo se scatteranno le clausole di salvaguardia di Renzi causerà un aggravio medio per le famiglie di 842 euro l'anno: 461 euro come ricaduta diretta dell'aumento Iva ordinaria dal 22% al 25,5%; 266 euro come ricaduta diretta dell'aumento Iva agevolata dal 10% al 13%; 28 euro l'anno a famiglia come ricaduta diretta dell'aumento delle accise sulla benzina; 87 euro l'anno a famiglia come ricaduta indiretta per l'aumento dell'Iva su gas e elettricità.

Come faranno i nostri cittadini, che già non arrivano alla terza settimana del mese, ad arrivare al 2018? E perché Renzi parla sempre del suo bonus di 80 euro e dei suoi fantomatici 18 miliardi di riduzione delle tasse nel 2015 e non dice agli italiani la verità, cioè l'aumento delle tasse di oltre 50 miliardi dal 2016? È fin troppo facile dedurre che questo imbroglio avrà effetti nefasti in tema di aspettative, tanto dei consumatori quanto degli investitori, che non si lasceranno

ingannare dall'alleggerimento apparente del prossimo anno, ma guarderanno all'aumento medio complessivo della pressione fiscale nell'intero arco temporale considerato dalla legge di Stabilità, tutt'altro che espansiva, di Renzi.

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