Una maratona di preghiera per invocare la fine della pandemia, contro quella «spiritualità individualista» promossa da qualcuno (vedi Vito Mancuso) e che «tende a rinchiudere le persone in se stesse». Una preghiera a cui l'uomo di oggi è chiamato ad aggrapparsi, seppur stanco ed esausto dalle privazioni che dopo un anno è costretto ancora a vivere. Monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione e fine teologo, parla al Giornale dell'iniziativa di preghiera voluta dal Papa e sostenuta dal suo Dicastero. «L'anno scorso, a maggio, sembrava che tutto fosse finito. Nessuno di noi si aspettava una seconda e terza ondata. Invece tocchiamo con mano la grande sofferenza che il mondo vive ancora. Il Papa ha voluto coinvolgere i santuari mariani, per una preghiera insistente di intercessione».
Si pregherà per i malati, per gli operatori sanitari, per chi ha perso il lavoro.
«Il mondo intero è imprigionato a causa della pandemia. La preghiera che sale a Dio da tutta la chiesa ha come obiettivo quello della liberazione dal Covid e la rinascita della vita sociale e comunitaria».
Un'iniziativa contro cui si è scagliato Vito Mancuso, affermando che così si rischia di «mercanteggiare con Dio».
«I santuari sono i luoghi che più di altri esprimono la pietà popolare. Non dimentichiamo che viviamo un periodo dove la spiritualità si fa sentire in maniera sempre più forte. Purtroppo a volte si tratta di una spiritualità molto individualista, che tende a rinchiudere le persone in se stesse; abbiamo invece bisogno di dare dei segni che aprono alla responsabilità sociale. Ricordiamoci che la preghiera di intercessione è la più antica che il Signore ha lasciato ai discepoli».
Saranno coinvolti 30 santuari. Tra questi anche Medjugorje.
«Si parte dalla basilica vaticana dove il Papa sabato inizia la preghiera davanti all'Icona della Madonna del Soccorso. Medjugorje è oggi uno dei luoghi di preghiera tra i più frequentati dal popolo di Dio e non solo, un punto di riferimento per tantissimi pellegrini. Avremmo voluto inserire anche un santuario della Siria, ma non ci sono in questo momento santuari cattolici. Pregheranno dal Libano, Paese vicino e che raccoglie tantissimi profughi».
La gente è stanca: privazioni, restrizioni. Dopo più di un anno non si vede la fine. La fede sembra non bastare...
«Tutti sentiamo la stanchezza di questi mesi, nessuno escluso, perché tocca la vita, mancano le espressioni della relazionalità. Non possono bastare telefonate o Zoom. Mi auguro che la vita dopo la pandemia non cambi, e sono sicuro che non cambierà. Oggi c'è bisogno che la fede sia rivestita di un linguaggio di speranza. Non possiamo soltanto dire di avere fiducia in Dio, ma sapere che il Signore ci ascolta».
Ma
Dio dov'è in questo momento?«È accanto a ognuno di noi, a chi soffre e a chi è stanco, a chi è senza lavoro e a chi subisce privazioni, a chi desidera riprendere la vita di ogni giorno. Dio non ci abbandona mai».
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