Il giorno dopo l'ufficializzazione del ritiro dalla corsa per la Regione Lombardia, Roberto Maroni torna a farsi sentire: "Continuo a ricevere centinaia di messaggi di persone che mi ringraziano per quello che ho fatto alla guida della Regione Lombardia - scrive su Twitter e Facebook -. Sono felice e lusingato, mando a tutti un abbraccio commosso. Ora per me inizia una vita nuova".
Ieri i conferenza stampa Maroni aveva confermato le voci circolate il giorno prima sul suo passo indietro: "Confermo che non mi ricandiderò alla guida della Regione Lombardia. È una decisione che ho preso in piena autonomia, sulla base di motivazioni personali, che ho condiviso con il segretario Salvini e Silvio Berlusconi tempo fa e abbiamo convenuto di non dirlo fino a ieri. Non c'entrano la salute e altre questioni. È una decisione mia, per cui chiedo a tutti il rispetto".
L'annuncio ufficiale del governatore, fatto agli assessori in Giunta, arriva davanti a microfoni e taccuini intorno a mezzogiorno in una sala stampa gremita, all'indomani del vertice di Arcore da cui è emersa la scelta di non tentare il bis. E ora? "Non ho pretese o richieste da fare alla politica. Sono naturalmente a disposizione - chiarisce Maroni - se dovesse servire ma lo lascerò decidere a chi deve decidere. So che cosa significa governare", risponde a chi gli chiede se si candiderà a Roma.
Intanto prima Salvini e poi Berlusconi hanno escluso futuri ruoli di governo per Maroni. "Se lasci la Regione Lombardia che vale più di tanti ministeri evidentemente non puoi metterti a fare altro in politica", ha detto il segretario della Lega.
E Berlusconi ha confermato: "Se ha questi motivi personali, queste ragioni familiari che lo hanno spinto ascegliere di non candidarsi è impensabile che si possano ipotizzare per luidei ruoli politici e tantomeno nel governo futuro".
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