Roberto Maroni si è fatto già un'idea su come andrà a finire la partita per il governo che si sta giocando in questi giorni tra il primo e il secondo giro di consultazioni. In un'intervista a Repubblica l'ex governatore della Lombardia spiega, dal suo punto di vista, quali saranno le mosse di Matteo Salvini e di Luigi Di Maio: "Le dichiarazioni di Di Maio con il veto a Forza Italia rafforzano quello che secondo me è lo scenario più probabile: i due leader del centrodestra e dei Cinque Stelle faranno saltare il banco e a ottobre si tornerà alle urne".
Poi l'ex governatore parla di una data che potrebbe segnare un test importante per la tenuta dell'elettorato grillino e leghista: "C'è una data già certa ed è il 26 maggio del 2019. Quel giorno si andrà a votare per le Europee, non si scappa. E se entro quel giorno non avranno fatto il reddito di cittadinanza e l'abolizione della legge Fornero, Di Maio e Salvini perderanno la faccia. E un vagone di consensi. A loro conviene votare prima". Maroni poi segna la strada per un eventuale ritorno alle urne con alcune modifiche alla legge elettorale: "Se si fa una legge elettorale con un premio di maggioranza alla lista. In quel caso Salvini e Berlusconi sarebbero costretti a fare una lista unica, Forza Lega o Lega Italia non importa. A quel punto Salvini avrebbe in mano l'intero centrodestra e, con il Pd ridotto ai minimi termini, la partita elettorale sarebbe tra Salvini e Di Maio. Chi vince governa per cinque anni, chi perde fa il capo dell'opposizione.
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