Le "maschie" di Saint Laurent e le potenti amazzoni di Dior

Vaccarello e Chiuri lavorano sull'empowerment femminile. Da Dries Van Noten una collezione perfetta

Le "maschie" di Saint Laurent e le potenti amazzoni di Dior
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Qualcuno ha detto che un tempo c'erano le amazzoni guerriere mentre adesso ci sono le donne battagliere. Maria Grazia Chiuri per Dior e Anthony Vaccarello per Saint Laurent fanno lo stesso ragionamento costruendo, ciascuno a suo modo, due collezioni importanti l'empowerment femminile. Vaccarello da otto anni alla guida creativa di YSL parte da quella interessante visione della mistica della femminilità che fece dire al grande Yves: «La donna Saint Laurent sono io». Tutta la prima parte della sfilata è quindi dedicata ai completi da uomo che il mitico designer francese si faceva fare in sartoria enfatizzando a dismisura la linea delle spalle per rendere più imponente la sua figura longilinea. La giacca è spesso a doppiopetto, un altro trucco sartoriale per dare autorevolezza al corpo. Tutte le modelle compresa Bella Hadid indossano la cravatta e gl'inconfondibili occhiali a televisore di Monsieur Yves. Le scarpe sono invece decolletè a punta e tacco alta perché l'idea non è tanto far sfilare una sorta di «uoma» intesa come triste parodia di un maschio, quanto indagare su quella potente femminilità che supera i confini della divista degli uomini di potere. Infatti dopo qualche uscita arrivano alcune gonne lunge attraversate da fili di lamè d'oro citano l'indimenticabile collezione russa fatta a suo tempo da YSL. Il finale è dedicato agli abiti da sera fatti da piccole e bellissime gonnelline con pieghe orizzontali da cui spuntano almeno 20 centimetri di pizzo in un colore a contrasto con sopra gli straordinari giacchini in broccato dalle spalle imponenti e bottoni gioiello. Il messaggio è inequivocabile: le due facce della medaglia di una donna di oggi possono essere opposte ma mai inconciliabili. Maria Grazia Chiuri lavora invece sul mito delle amazzoni, le donne-guerriere considerate nemiche dei greci perché in una società maschilista come quella ellenica era inconcepibile l'esistenza di donne combattenti e sovrane. Il suo punto di partenza è un abito da sera monospalla creato da Monsieur Dior nel 1950 e batezzato Amazon. Per lei che ama la mitologia, il femminismo e l'arte contemporanea è inevitabile coniugare tutto questo con lo sport che è il nuovo campo di battaglia delle donne.

La sfilata comincia con l'artista SAGG Napoli (Sofia Anna Ginevra Gianni) che dà vita a una performance intitolata «Con il cuore in una mano e l'arco nell'altra». Scocca così una freccia all'interno di una struttura di plexiglassal al centro della sala mentre le modelle cominciano a sfilare. Tra loro riescono a intrufolarsi due animaliste armate di cartelli contro l'uso delle piume nella moda prontamente stoppate dal servizio d'ordine già messo a dura prova dalla presenza di Brigitte Macron. Gli abiti sono bellissimi, pieni di fascinose asimmetrie e costruzioni intelligenti perché le donne di oggi non devono più annullare la loro femminilità per essere forti e performanti come le amazzoni che si tagliavano il seno destro per tirare meglio con l'arco. Tutt'altra atmosfera da Courreges dove l'italo belga Nicholas Di Felice parte dal nastro di Moebius per costruire una collezione sinuosa, tutta bianca o nera con forme geometriche, scollature infinite sulla schiena, molti tagli e pochissima ironia. Davvero carina la seconda collezione di Rochas disegnata da Alessandro Vigilante, quarantunenne designer pugliese che ha abbandonato la danza classica per lavorare negli uffici stile di Dolce & Gabbana, Gucci con Alessandro Michele e Philosophy prima di approdare in questo storico marchio francese che nel 2025 compirà 100 anni. La collezione è dedicata alla passione del fondatore, Marcel Rochas, per la Costa Azzurra e per le donne tanto da sposarsi 3 volte nonostante la sua lunga relazione con Mae West. Da Acne, brand svedese disegnato da Johnny Johansson, c'è una stupenda installazione dell'artista Jonathan Lyndon Chase con i mobili di una casa borghese graffittati. L'idea di fondo è indagare sulla quotidianità della gente attraverso l'abito che diventa habitat del corpo.

Commovente oltre ogni dire la prima sfilata Dries Van Noten con lui seduto in prima fila, dopo aver lasciato la guida del

brand, ad applaudire i ragazzi del suo staff che hanno imparato così bene la lezione del maestro da potergli consentire di dedicarsi alle sue passioni: giardinaggio, buone letture, viaggi e giri nei musei. Collezione perfetta.

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