Mastella in aula si commuove: "Vivo un incubo"

Alla vigilia della sentenza per l'inchiesta che fece cadere il governo Prodi, l'ex Guardasigilli rende dichiarazioni ai giudici e spiega sui social: "Ho pianto pensando a quei giorni drammatici. Processo incubo senza prove. In Italia può accadere"

Mastella in aula si commuove: "Vivo un incubo"

Clemente Mastella rilascia dichiarazioni spontanee al processo sulla presunta clientelopoli dell’Udeur, si commuove e spiega il motivo delle sue lacrime: “Ho ripensato a quei momenti, alla mia famiglia: da quasi dieci anni vivo un incubo”.

Il sindaco di Benevento, in una nota apparsa sul suo profilo istituzionale social, ha ricostruito l’ultima puntata del processo che lo vede protagonista. “Sì, ho pianto”. E spiega: “Ieri alla fine ho pianto. Ero in tribunale a Napoli e dopo quasi dieci anni la mia vicenda giudiziaria vede la conclusione. Ho pianto – ha scritto l’ex Guardasigilli – pensando ai giorni drammatici di quando mi dimisi da ministro. Mia moglie arrestata, uno dei miei figli accusato ingiustamente di aver avuto una macchina in regalo dalla camorra. Un processo da incubo, senza prove. Ma questo in Italia può capitare”.

Mastella poi aggiunge: “Ed ogni notte, da quel lontano 16 gennaio del 2008 mi assale un dolore. Mi chiedo: perché? Non auguro a nessuno quanto è capitato a noi. Solo grazie alla mia fede, alla forza di volontà che mi ha accompagnato e grazie ai tanti di voi che mi hanno incoraggiato in quei momenti, man mano, mi sono ripreso”.

Il post ha riscosso moltissime reazioni positive e di vicinanza all’ex capo dell’Udeur.

C’è chi gli ribadisce solidarietà e vicinanza, chi gli chiede di non mollare, chi gli ricorda che “il tempo è galantuomo e l’alba arriva per tutti” e chi gli conferma di non aver mai dubitato di lui. Intanto il processo istruito sulle presunte pressioni per le nomine negli enti locali è alle battute finali.

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