Matteo si gioca tutto: "Europee referendum". Di Maio lo gela ancora

Il grillino stuzzica Salvini: "A Renzi andò male, scelta tra noi e chi si tiene i corrotti"

Salvini a Catanzaro
Salvini a Catanzaro

Bibì dice: «O di qua o di là, sarà un referdum tra la vita e la morte, tra il futuro e il passato, non elezioni europee. Svegliate chi ancora dorme, siamo il primo partito d'Italia e forse d'Europa, non vedo cali nei sondaggi». E Bibò si sveglia: «L'ultimo che ha parlato di referendum è stato Renzi e non gli è andata bene... Alle elezioni europee gli italiani dovranno scegliere tra chi si vuole tenere gli indagati per corruzione nelle istituzioni e chi no». Punto sul vivo, anche Bibì s'accende, ricordando come le ultime proposte non abbiano fatto breccia nel muro di Bibò: «I bastian contrario e i signor no all'Italia non servono». Ma il muro si alza ancor di più: «Io sto ancora aspettando le proposte della Lega...».

Matteo Salvini e Luigi Di Maio, al secolo Bibì e Bibò, si tengono per mano, perché nessuno pensa di poter far cadere il governo e lo ripetono anche in queste settimane, a dispetto di ogni evidenza. Mica si lasciano. Amano lanciarsi piuttosto messaggi obbliqui oppure diretti, si dileggiano dai palchi, si inviano post che sembrano pizzini sull'attività di governo. Finché non si ristabiliranno pesi e contrappesi con le elezioni del 26 maggio, ovvero tra quindici giorni esatti, l'Italia starà così: appesa a Bibì e Bibò che se le mandano a dire rispolverando due visioni del mondo opposte, se non fosse che il governo è ormai solo la calamita che li tiene avvinti. Gli italiani ne farebbero a meno volentieri, ma finché un'elezione non glielo farà sapere, loro faranno finta di non saperlo. Così le risse verbali sui prossimi provvedimenti del governo hanno l'aria di beffa infinita. «Ho firmato un contratto e voglio andare avanti coi 5 stelle, la mia parola vale, basta che gli alleati non insultino ogni giorno, perchè se ti insultano ogni giorno...», arriva a evocare scenari di crisi Salvini. Ma Di Maio lo rincuora, perché se «la penso come Salvini su migranti e sicurezza», non ci sono alternative: «Non faremo nessun dialogo con il Pd, specie se è ancora quello di Renzi e Bersani». Zingaretti deve ancora dimostrare di avere un forno e di volerlo aprire alla clientela grillina.

Per ora no: tutto bloccato causa Europee. Un referendum nel quale i due «dis-alleati» di governo fanno a gara ad alzare le reciproche asticelle. Salvini si difende sui fronti personali, tipo quello della telefonata a Berlusconi e rilancia: «Se sono diventati un reato politico il rispetto, la lealtà e la buona educazione, allora sono all'antica. Io ho firmato un contratto e voglio andare avanti... In Cdm la settimana prossima interverrò sul decreto Sicurezza bis, la diminuzione delle tasse e l'Autonomia», ma anche sulla necessità di «sbloccare i cantieri, tema che vede i 5 stelle timidi, ma non si può continuare a dire no, anche alla Tav... Poi, se vogliamo parlare di conflitto di interessi parliamone, però non è una priorità». Ma anche Di Maio insiste: «Chiedo un vertice di maggioranza e un tavolo sulla flat tax per capire qual è la proposta della Lega... Stiamo chiedendo di votare la legge sul salario minimo orario e loro fanno i vaghi». Il capo 5s rilancia pure lui, su migranti e aiuti alle famiglie che fanno figli: «Questi sono i sì che ci aspettiamo...

noi di no non ne abbiamo detto, al massimo vorremmo leggere quello che state proponendo perché per ora leggiamo solo agenzie e titoli». Una volta tanto, Di Maio non va neppure tanto lontano dal vero. Stanno usando l'attività di governo per la campagna europea, Bibì e Bibò. Parole al vento elettorale, e occhio fisso sui sondaggi.

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