Sulla carta si tratta solamente di problemi tecnici. Che però determinano un nuovo ritardo. L'ennesimo. Il maxi emendamento sulla legge di Bilancio, infatti, non verrà presentato oggi, ma domani, come fanno sapere al termine della conferenza dei capigruppo di palazzo Madama. Il testo verrà presentato alle 14 e alle 20 ci sarà la prima chiama sulla fiducia, che era già stata preannunciata dal governo.
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte non ha potuto far altro che alzare bandiera bianca, commentando così il ritardo: "Avrei voluto terminare il negoziato con la Ue prima, però un negoziato dipende da due parti. Ci rendiamo conto che abbiamo creato nostro malgrado un rallentamento dei lavori parlamentari. Confidiamo che nella giornata di domani la manovra al Senato possa essere approvata".
Il presidente della commissione Politiche Ue del Senato Ettori Licheri, del Movimento 5 Stelle, ha fatto sapere che "il maxiemendamento è pronto, siamo in attesa della Ragioneria. Stiamo garantendo agli italiani delle misure che nessuno ha mai messo in campo: reddito di cittadinanza e superamento della Legge Fornero. Per sistemare le storture atroci che ci hanno lasciato le opposizioni in effetti c'è voluto tempo... e ancora ce ne vorrà".
La Lega, con il capogruppo Massimiliano Romeo, è costretta a fare mea culpa: "Chiediamo scusa ma è la prima volta negli ultimi anni che la manovra la scrive il governo. Ci vuole quindi più tempo rispetto al 'copia e incollà del fax di Bruxelles a cui ci eravamo abituati. La Ragioneria non era abituata".
Lo slittamento del maxi emendamento viene visto dalla minoranza come uno schiaffo agli elettori. Anna Maria Bernini, di Forza Italia, giudica l'atteggiamento del governo "sconcio nei confronti del popolo italiano. Prendere in giro il Parlamento per venti giorni è uno sfregio ai loro elettori. È la loro Caporetto politica, il fallimento politico di questo governo". Renato Brunetta stronca la manovra: "Quasi 100 miliardi di euro. 80,578 miliardi, per l'esattezza. Nei prossimi tre anni. Questo è l'incredibile conto che gli italiani dovranno pagare, in termini di maggiori tasse sui consumi, per la scellerata scelta da parte di questo Governo di aver voluto a tutti i costi il reddito di cittadinanza e la quota 100 da inserire nella manovra partorita dopo una guerra contro l'Europa e contro i mercati costata circa 300 miliardi di euro in perdite finanziarie e reali.
Misure che non produrranno un solo euro di crescita ma che costeranno ai cittadini una cifra monstre, senza precedenti".Parole dure anche dal Partito democratico, che occupa l'emiciclo al termine della seduta "contro il comportamento scandaloso del governo nei confronti del Senato".
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.