Trump anti-Islam fa affari con i musulmani

Un giurista Usa: "Cacciare una popolazione non è contro la legge suprema". I giornali lo attaccano e rivelano i suoi interessi in Indonesia, Dubai e Turchia

Trump anti-Islam fa affari con i musulmani

Donald Trump sarà pure il Mussolini d'America, come dice il Washington Post. Però le sue idee non sono così peregrine. Sul New York Times un professore di diritto costituzionale e immigrazione ha spiegato che «il piano di Trump è terribile», ma «costituzionale» - alcune sentenze del passato della Corte Suprema hanno dato carta bianca sulla regolamentazione dell'immigrazione, come nel 1889 quando fu bloccato l'ingresso a lavoratori cinesi.Ma non è questa la sola sorpresa di ieri. Trump «ama soltanto i musulmani ricchi che gli danno soldi», scherza in un titolo il Daily Beast americano. Fa ironia anche il Washington Post: dopo quello che ha detto - ai musulmani dovrebbe essere bloccato l'accesso negli Stati Uniti -, il magnate e favorito dai sondaggi alle primarie dei repubblicani sarà obbligato a spostare molti dei suoi appuntamenti d'affari all'estero. Da Dubai all'Indonesia, infatti, passando per l'Azerbaigian, Trump, continua a fare affari con moltissimi nomi importanti del business del mondo islamico. Il suo «buon amico» - definizione di Trump stesso - Hussain Sajwani, della Damac Properties, è l'uomo con cui ha firmato un accordo per la realizzazione a Dubai di due campi da golf e un immenso complesso residenziale di lusso, le cui ville costeranno da un milione a dieci milioni di dollari. L'intero affare si aggira attorno ai sei miliardi di dollari, ha scritto il Financial Times, secondo il quale soltanto con due progetti siglati nel mondo islamico l'aspirante presidente guadagna 3,5 milioni di dollari all'anno. I ricavi del tycoon arrivano soprattutto dalle royalty del suo brand - da uno a cinque milioni di dollari all'anno.A Istanbul, la Trump Tower di Sisli, 40 piani, non è di proprietà dell'uomo d'affari americano, ma della società turca Ortadogu, che però paga per l'esposizione del nome. A Baku, Azerbaijan, Trump ha siglato una partnership per l'apertura di un hotel di lusso. Ha in progetto la costruzione di un simile resort a Bali e di un golf club a West Java, in Indonesia, il più popoloso Paese a maggioranza musulmana al mondo. E il ricco uomo d'affari prestato alla politica non sembra avere problemi a organizzare possibili accordi con nazioni accusate dalla comunità internazionale di flirtare troppo spesso con gruppi estremisti.La figlia Ivanka ha detto a maggio a Hotelier Magazine che la sua Trump Organization stava valutando opportunità di business in Qatar e Arabia Saudita. Qualcuno in Medio Oriente ha già fatto partire il boicottaggio del marchio. I prodotti Trump Home - oggetti per la casa - sono stati tolti dagli scaffali dei negozi LifeStyle nel Golfo. Un socio di Trump, Khalaf Al Habtoor, all'origine di un accordo non firmato per la costruzione di un hotel di lusso a Dubai, ha detto alla Reuters che il magnate «sta creando una guerra». «I musulmani hanno investito centinaia e centinaia di miliardi in America, creando posti di lavoro. Possono farlo altrove». «È giunto il momento per le società del Golfo di rompere i legami con il tossico Trump», scrive il sito ArabianBusiness.com.

Il partner della Damac Properties, per il progetto dei golf club e ville, ha precisato di non voler mischiare affari e politica. Come d'altronde fa lo stesso Trump. Dopo le critiche dal suo stesso partito, il candidato repubblicano ha detto ieri all'emittente Abc di non escludere una candidatura da indipendente.

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