Il medico in maglia blu che risolve le emergenze

Giubileo del 2000, G8 e terremoto dell'Aquila: l'esperto che ha affrontato situazioni estreme

Il medico in maglia blu che risolve le emergenze

Roma - Se è vero che un uomo si giudica dai suoi nemici, Guido Bertolaso ha le carte in regola per piacere agli elettori romani di centrodestra. Per chi ha il cuore che batte da quella parte, aver litigato ferocemente con l'ex ministro Alfonso Pecoraro Scanio è una medaglia. Accadde ai tempi della crisi dei rifiuti di Napoli del 2006. Il leader dei Verdi boicottò il piano di Bertolaso per riaprire le discariche necessarie a tamponare il disastro e lui si dimise da commissario per l'emergenza. Altra medaglia: lo scontro con l'archistar «de sinistra» Massimiliano Fuksas, un gentiluomo che vedendo l'ex capo della Protezione civile entrare in un ristorante cominciò a inveire e finì alle mani con un altro avventore. Anche nello schieramento che lo candida a sindaco di Roma non sono tutti suoi amici: nel 2014 Berlusconi gli chiese di riorganizzare Forza Italia. Lui rifiutò perché voleva prima uscire dai processi, ma nel partito erano già emersi i mal di pancia.

Normale dialettica, forse. Ma questione anche di carattere: Bertolaso è un tipo deciso, uno che quando è ora di far marciare le cose non guarda in faccia a nessuno. Il prototipo di «uomo del fare» per cui Berlusconi stravede. E se è vero che è con il Cavaliere che la sua stella ha raggiunto la massima magnitudo, la sua carriera pubblica decolla grazie a Francesco Rutelli, che lo chiama come vice commissario per il Giubileo del 2000. Grandi eventi, da sempre, dunque, anche con la sinistra, Prodi incluso.Nel 2001, lavorando con Rutelli, aveva preparato un piano per il G8 di Genova. Quando tornò al governo Berlusconi, poco prima del disastroso vertice, scrisse a Gianni Letta: «Avete scelto le persone e le strategie sbagliate». Non c'era tempo per cambiare le cose, ma Letta se ne ricordò e lo chiamò alla Protezione civile. L'incarico, durato nove anni, che l'ha reso famoso. Un uomo per tutte le emergenze, lo sguardo severo fisso, parte della divisa da «civil servant» come il maglione blu con lo stemma dell'Italia. Berlusconi lo chiama su tutti gli scenari più complicati e lui risponde puntuale. Grazie a Bertolaso, tornato commissario ma senza più Pecoraro Scanio tra i piedi, dopo 58 giorni di fuoco Berlusconi potrà dichiarare chiusa la fase critica della nuova emergenza rifiuti: «Napoli torna una città occidentale».

Bertolaso sarà da allora sempre in prima fila tra terremoti, alluvioni e grandi eventi: i 150 anni dell'Unità d'Italia, il G8 dell'Aquila, gli appuntamenti sportivi. Quando c'è da risolvere una grana vera, quando c'è davvero da far funzionare una macchina complessa, il governo si affida a lui. E il suo potere cresce di conseguenza. Nel 2008 viene nominato sottosegretario, comanda prefetti, muove l'esercito, alle sue dipendenze, scrive Panorama, ci sono «31.447 vigili del fuoco, 9.300 guardie forestali, 68.134 guardie di finanza, circa 120 mila carabinieri e 110 mila poliziotti». Troppo potere, troppa fama per durare. E infatti arrivano i guai: prima il processo per aver rassicurato la popolazione dell'Aquila prima del terremoto poi, soprattutto, l'inchiesta «gelatinosa» sulla Cricca degli appalti, quella di Anemone, l'imprenditore che gli avrebbe pagato un appartamento a Roma e garantito i favori sessuali di una massaggiatrice in cambio di appalti.

Bertolaso è sdegnato, se ne va per difendersi: «Sono stato a capo della Protezione civile fino a quando l'ho deciso io. E ne sono uscito come ho deciso io: a testa alta e con le pezze al culo», sbotta.Inizia il calvario delle inchieste, cui ora sperano di appigliarsi i suoi avversari, anche se ne resta ben poco. Bertolaso è certo di uscirne pulito entro giugno, ed ecco perché è pronto di nuovo alla battaglia. Ha 66 anni, due figlie, una laurea in medicina e un master in malattie tropicali preso a Liverpool e consolidato con tanta esperienza in scenari difficili, dall'Indocina all'Africa.

E lì che è tornato quando è uscito dai radar: il primo amore, la lotta contro ebola, gli ospedali di frontiera. Che Roma sia malata è sicuro. Il cardiochirurgo non è servito a molto. Forse è l'ora di un altro specialista.

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