Il medico Soccorsi e il vescovo Crociata: se il nome è un destino

Carrellata tra i casi, celebri e non, di personaggi "segnati" da cognomi che sembrano uno scherzo

Antonio Manganelli, l'ex capo della polizia di Stato
Antonio Manganelli, l'ex capo della polizia di Stato

Ascolti distrattamente la radio in un'afosa mattina di agosto e senti dire che il Papa ha nominato un nuovo medico personale: è il dottor Soccorsi, e tu pensi che sia il solito scherzo un po' scemo, la solita battuta banale e scontata che si infila in un programma leggero. Invece no: il professor Fabrizio Soccorsi esiste per davvero, è primario emerito di epatologia dell'ospedale San Camillo di Roma e ha effettivamente assunto la responsabilità di occuparsi della salute un po' traballante di papa Francesco.

Si vede che era destino. E che certe volte un nome può indicartelo e magari suggerirtelo. Il dottor Soccorsi, con il suo nome da personaggio dei fumetti, è in buona compagnia, in Vaticano e fuori. La Santa Sede, tra l'altro, è dotata di un Predicatore ufficiale della Casa Pontificia, uno studioso di teologia autore di numerosissime pubblicazioni che già nel lontano 1980 Giovanni Paolo II volle incaricare di dettare le meditazioni settimanali nei periodi di Avvento e di Quaresima da tenersi alla presenza del Pontefice e di cardinali e prelati. E forse non è un caso che questo specialista porti il nome di Raniero Cantalamessa.

In ambito ecclesiastico il nomen omen sembra essere una specie di regola. Indimenticabile il vescovo di Latina, Mariano Crociata, che fa pensare a una Chiesa battagliera e un po' d'altri tempi. È poi di due giorni fa la notizia di un sacerdote della provincia di Siena che si è distinto per aver lanciato l'iniziativa dei «bonus bebè» parrocchiale. Bisogna sostenere concretamente le famiglie che sono disposte a mettere al mondo un terzo figlio, ha spiegato in un'intervista il parroco di Staggia, un borgo della Toscana profonda dove la natalità è in calo preoccupante. E ci dev'essere una logica della Provvidenza, per chi ha fede, se il prete in questione si chiama Stefano Bimbi.

Uscendo dai confini della Chiesa, è ai limiti del leggendario il caso del defunto capo della polizia italiana. Un uomo che certamente non si è contraddistinto nella sua carriera di funzionario dello Stato per una tendenza inopportuna all'uso della forza, e che morì due anni fa precocemente per un tumore nel generale rimpianto. Ma certamente il fatto che si chiamasse Antonio Manganelli suscitava commenti piuttosto ironici.

Anche la politica fornisce esempi divertenti. Per esempio, che l'appena citato capo della polizia Manganelli avesse come referente al Viminale il ministro dell'Interno Maroni la diceva lunga sulla determinazione anticrimine del governo di centrodestra. E l'aspirante onorevole leghista Massimiliano Bastoni faceva poco per scacciare i dubbi sulla sua propensione all'uso delle maniere forti: tant'è che sono rimasti memorabili certi suoi manifesti che proponevano «Bastoni contro l'immigrazione».

Ai confini tra politica e cultura, l'illustre collaboratore del Giornale Vittorio Sgarbi a volte fa pensare che la sua tendenza alle sfuriate in favore di telecamera abbia una radice genetica. In campo di diritto, invece, chi ha poca fiducia nei magistrati avrà di che preoccuparsi dell'operato del procuratore della Repubblica di Milano Edmondo Bruti Liberati, il cui cognome evoca una facilità a lasciare a piede libero personaggi poco raccomandabili.

Naturalmente, chiunque avrà incontrato anche nella sua esperienza personale individui che confermano alla perfezione il detto latino citato all'inizio: chi scrive, nel suo piccolo, ha conosciuto una dentista che si chiamava Fastidio e un macellaio di nome Manzi.

Le agenzie di stampa forniscono da ultimo una notizia che riportiamo così com'è, senza giudizi di sorta. Esiste in provincia di Milano una squadra di calcio di nome Kaos, composta da calciatori omosessuali. È iscritta al campionato provinciale Uisp e ha un suo presidente: si chiama Valerio Chiappa.

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