Meloni accusa la sinistra. "Tace sull'assalto di Roma"

Dopo le tensioni esplose al corteo femminista, la premier svela l'ipocrisia: le violenze "corrette" non si condannano

Meloni accusa la sinistra. "Tace sull'assalto di Roma"
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C'è violenza e violenza. C'è sopruso e sopruso. C'è assalto e assalto. C'è molotov e molotov. Scorrono le ore, ma sull'assalto alla sede di Pro Vita avvenuto durante la manifestazione contro la violenza sulle donne, la condanna e l'indignazione risuonano quasi esclusivamente dalle parti del centrodestra.

Un doppiopesismo che fa discutere e spinge Giorgia Meloni a lanciare un messaggio molto chiaro e diretto, una «interrogazione» sullo stato della democrazia e sulla reale condivisione dei valori fondamentali di convivenza civica da parte di tutte le forze politiche. Con un precedente nitido: l'assalto alla sede della Cgil, condannato da tutte le forze politiche e da tutte le istituzioni. «Voglio interrogare tutti su una questione banale: la violenza va condannata sempre o solamente quando si rivolge a qualcuno di cui condividiamo le idee? È questa la domanda sulla quale, da parte di certa sinistra, non abbiamo mai avuto una risposta chiara» scrive sui social la premier Giorgia Meloni, condannando gli «intollerabili atti di violenza e intimidazione» contro Pro Vita e Famiglia. «Spero - aggiunge - stavolta arrivi, da Elly Schlein, da Giuseppe Conte, da Maurizio Landini e dalla Cgil ai quali tutti manifestammo la nostra solidarietà in occasione del vergognoso assalto alla sede del sindacato. Una sede devastata è inaccettabile sempre. Particolarmente se la si devasta nel nome delle donne violentate, picchiate o uccise».

Fratelli d'Italia si mobilita per denunciare l'accaduto. «Con una delegazione siamo stati in visita alla sede di Pro Vita. Ci auguriamo che tutte le forze politiche condannino questo vile gesto. Non esistono violenze di serie A e di serie B» dice Lucio Malan. Commenta anche Augusta Montaruli, anche lei in visita alla sede dell'associazione. «È assurdo che in una manifestazione che doveva essere, e lo era certamente nelle intenzioni di molte persone in buona fede, contro la violenza sulle donne si compia un attacco come quello avvenuto. Il silenzio è, in qualche modo, più inquietante dei gravi fatti avvenuti». E Tommaso Foti annuncia di aver presentato «un'interpellanza urgente, a mia prima firma, rivolta al ministro dell'Interno per sapere quali iniziative saranno assunte a tutela dell'associazione e quali indagini siano state avviate».

Una dura condanna contro una violenza perpetrata «da chi si professa contro ogni forma di aggressione» arriva da Maurizio Lupi. Licia Ronzulli fa notare come l'unico modo per vincere la battaglia contro la violenza sulle donne sia «combatterla con efficacia tutti insieme. Episodi come l'assalto a Pro Vita, per non parlare di frasi, slogan e alcuni cartelli esposti durante il corteo, dimostrano come la strada per vincere questa guerra sia ancora lunga». Durissimo il vicesegretario della Lega, Andrea Crippa. «Fa capire la dimensione umana del Pd e della sua leader: non esprimere una parola di solidarietà di fronte a una vile aggressione nei confronti di una associazione che sostiene la Vita è qualcosa di vergognoso, indegno».

Le voci che si levano dall'opposizione sono poche. «L'assalto alla sede di Pro vita è da condannare senza se e senza ma, come ogni atto di violenza. Il rispetto delle parti è la precondizione del vivere civile. Detto questo, è sbagliato utilizzare questi argomenti per tentare di sminuire la portata di quella piazza» dice la senatrice del Pd Valeria Valente. Giuseppe Conte, interpellato al riguardo, si attesta su una frequenza non distante da quella della Valente.

«Noi condanniamo, insieme a tutto il Movimento, tutti gli atti di violenza. Non vorrei, però, che questo fosse anche un modo per sminuire una grande mobilitazione, una grande risposta a favore del riscatto delle donne».

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