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Mentana a Renzi: "Dopo la sconfitta non puoi aspettare che passi la nottata"

Enrico Mentana, direttore del Tg La7, attacca il Pd e Renzi per aver rinviato ancora la discussione sull'esito del referendum

Mentana a Renzi: "Dopo la sconfitta non puoi aspettare che passi la nottata"

"Quel partito, insieme alla dote della democrazia (tutte le riunioni in streaming), coltiva anche un'abitudine meno virtuosa: accantonare l'analisi delle criticità. Lo fa da sempre, da ben prima dell'era Renzi: del resto è il partito che non ha mai ritenuto opportuno chiedersi chi siano i 101 parlamentari (tuttora in carica) che votarono contro Prodi al Quirinale nel 2013. Non conosciamo ancor oggi nemmeno un nome: nessun dissociato, nessun pentito". Enrico Mentana, dal suo profilo Facebook, attacca il Pd che oggi inconorerà Paolo Gentiloni a premier e che domenica aprirà la sua fase congressuale per la scelta del nuovo segretario.

Il direttore del Tg La7 ritiene opportuno che il Pd non accantoni la discussione sulla sconfitta del voto sul referendum costituzionale"come fosse un testa coda dopo il quale si riparte di slancio, e senza limitarsi a evocare quadri pittoreschi ma superficiali, come il super aereo presidenziale o le fritture di De Luca". Secondo Mentana non è sufficiente accettare la sconfitta "se non capisci dove come e perché hai perso", soprattutto se si tratta di una sconfitta così cocente."Se perdi uniformemente in tutta Italia, - spiega il direttore - meno che nelle zone inespugnabili tra Bologna e Firenze, se vai sotto in tutte le periferie (e vinci nei quartieri alti), e anche a Laterina e a Amatrice, se vieni più che doppiato ai due lati dello stretto cui hai ripromesso il Ponte, se vieni umiliato in quella Napoli che hai inondato di piani e finanziamenti, se sei sconfitto in 15 regioni governate dal tuo partito, e più pesantemente in quelle a statuto speciale risparmiate dalla riforma, se il voto per fasce di età ti dimostra che i giovani in massa non ti hanno creduto, non puoi semplicemente aspettare che passi la nottata, per quanto possa essere rassicurante Pontassieve". Diversamente da come si è fatto dopo la sconfitta del 2013, quando non si fece nessuna discussione "Renzi può marcare la differenza anche in questo.

Nel suo stesso interesse: è il primo ad aver bisogno di capire quel che il paese gli chiedeva e lui, il suo governo e il suo partito non sono stati in grado di sentire e comprendere. E a occhio e croce non era la riforma costituzionale", conclude Mentana.

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