La Michelin premia il Sud

Per la prima volta un locale meridionale ha tre stelle: Quattro Passi di Nerano, in provincia di Napoli. Sono in tredici ora a vantare il massimo riconoscimento

La Michelin premia il Sud
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L'invenzione del Sud. La guida Michelin recapita per la prima le tre stelle a un ristorante meridionale, Quattro Passi a Nerano, alle porte di Napoli, premiando il lavoro di un giovane chef Fabrizio Mellino, appena 32 anni, capace di portare la cucina mediterranea a inconsueti livelli di raffinatezza.

È la prima volta che il massimo riconoscimento gastronomico va più a Sud, di Roma, anzi di Castel di Sangro, dove si trova il ristorante Reale di Niko Romito. È questa la notizia più importante dell'edizione numero 69 della Guida Michelin Italia, presentata ieri sera al Teatro Grande di Brescia. I tristellati, che erano dodici, sono diventati tredici. Con un gioco di prestigio il tristellato più settentrionale, lasciato il St Hubertus di San Cassiano, in Alto Adige, ha riaperto l'Atelier Moessmer in una vecchia fabbrica di tessuti di Brunico e si è visto «traslocare» le tre stelle. Confermati gli altri undici: Niko Romito di Reale a Castel di Sangro, Antonino Cannavacciuolo di Villa Crespi sul lago d'Iseo, Massimo Bottura dell'Osteria Francescana di Modena, i fratelli Cerea di Da Vittorio a Brusaporto (Bergamo), Massimiliano Alajmo de Le Calandre di Rubano (Padova), la famiglia Santini di Dal Pescatore a Canneto sull'Oglio (Mantova), Riccardo Monco dell'Enoteca Pinchiorri di Firenze, Mauro Uliassi dell'omonimo ristorante di Senigallia (Ancona), Heinz Beck della Pergola di Roma, ed Enrico Batrolini dell'omonimo ristorante al Mudec di Milano.

Niente da fare per Roma e Milano, che speravano in un secondo tristellato. In particolare il capoluogo lombardo può però bearsi di due nuovi bistellati, entrambi con una forte connotazione meridionale: Verso dei fratelli di origini pugliesi Mario e Remo Capitaneo, che in meno di un anno hanno convinto critica e pubblico in un locale colto e informale in piazza del Duomo, passando da zero a die stelle in un amen; e Andrea Aprea, napoletano doc ma meneghino di adozione, che l'anno scorso nel suo ristorante eponimo alla fondazione Rovati in corso Venezia aveva preso subito il macaron e ieri ha raddoppiato. Gli altri nuovi bistellati sono Michelangelo Mammoliti che nel suo La Rei Natura, all'interno del relais Il Boscareto a Serralunga d'Alba, nelle Langhe, propone uno straordinario viaggio nella cucina della memoria delle sue radici e dei suoi viaggi; il George Restaurant dell'hotel Parker di Napoli, chef Domenico Candela con la sua cucina franco-napoletana; e Piazzetta Milù di Castellammare di Stabia, dove il giovanissimo chef Maicol Izzo prende un ingrediente e lo valorizza con accostamenti e tecniche spesso sorprendenti. Insomma, tanta Campania e tanto Sud, anche nelle ventisei nuove monostelle. Tra le quali ci piace ricordare le tre donne, visto che l'anno scorso chi scrive aveva biasimato il fatto che ce ne fosse solo una entrata nel Gotha: ode quindi ad Anna Mazzucchelli di Casa Mazzucchelli a Sasso Marconi, alle porte di Bologna, ad Ada Stefani di Ada a Perugia (a proposito, grande performance dell'Umbria che in un solo colpo raddoppia le stelle complessive) e ad Amanda Eriksson di Wood a Breuil Cervinia.

In totale sono 395 i ristoranti stellati in Italia, circa

un quinto dei 1986 inseriti nella guida. Tredici le nuove stelle verdi che premiano i locali con particolare vocazione alla sostenibilità, il cui totale arriva a 58. Un terzo delle novità di quest'anno ha meno di 35 anni.

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