Abbiamo appena brindato alla fine dell'anno record dell'emergenza immigrazione, ma non sarà un brindisi di addio. Con qualche variante, gli sbarchi proseguiranno anche nel 2015. Lo «catena del valore» dell'immigrazione è troppo succulenta. I profughi sono protagonisti di un dramma umano che è un costo per i contribuenti ma è anche un guadagno. Per un'economia in parte malavitosa e in parte clientelare: dai trafficanti alle coop. L'Ue ci addita il virtuoso esempio di Germania e Svezia, primi paesi per numero di domande di asilo. Ma, a parte il fatto che l'Italia nel 2014 ha avuto il maggior aumento delle domande di asilo (+144%, mentre la media europea si ferma al di sotto del +20%), in Germania e Svezia i profughi non arrivano su barche scassate, stremati e bisognosi di aiuto pubblico, restando il tempo necessario a rimettersi in sesto, arrivano per sistemarsi e diventare produttivi al servizio di economie cui la manodopera fa comodo. Eppure questa marea umana mette in modo un sacco di soldi anche da noi. Siamo un punto di passaggio obbligato.
Eccoli, i numeri del fenomeno. Dal primo gennaio a metà ottobre 2014 abbiamo fatto fronte a 918 sbarchi di 146.922 migranti, l'11% donne e il 21,2% minori. Per il Censis è un'emergenza «senza precedenti». Nel 2011, pur con le primavere arabe, gli arrivi erano stati 63mila, 13mila nel 2012 e 43mila in tutto il 2013. E le rotte provano che c'è dietro un traffico organizzato: il grosso dei profughi parte da Paesi lontani tra loro, Eritrea e Siria, ma passano sempre per il Sudan e l'Italia. Viaggi rischiosissimi, pagati fino a 5.000 euro a testa, che possono fruttare anche 1,3 milioni di euro a tratta. Prima attraverso il deserto su pick up stracolmi e poi via mare, su barche malridotte. Gli eritrei pagano meno e viaggiano nella stiva, con poca aria, cibo, acqua, e il maggior rischio di lasciarci la pelle in caso di difficoltà di navigazione. Che non sono un'optional ma, da quando c'era Mare Nostrum, una costante prevista dai trafficanti. Non appena ci si allontana dalle coste e il mare si fa grosso, gli scafisti hanno istruzione di telefonare alle autorità italiane per farsi venire a prendere.
C'è anche chi finisce male ancora prima di partire. Alcuni vengono venduti dai trafficanti a bande di beduini che li tengono prigionieri sottoterra nel Sinai. Potranno proseguire il viaggio solo se le famiglie mettono insieme i riscatti, fino a 30.000 dollari. Altrimenti verranno loro espiantati i reni, per venderli.
Sta cambiando il modus operandi delle organizzazioni, lo dimostrano i casi dei carghi approdati in questi giorni tra il Salento e la Calabria. Spuntano al nostro orizzonte sempre più navi «fantasma», comprate a prezzi irrisori e abbandonate dagli scafisti in vista delle coste. La Guardia Costiera parla di «mercantili al termine della loro vita operativa, carrette del mare acquistate a 100-150mila dollari» e poi stipate di centinaia di migranti. Perciò i traghettatori «non hanno alcuna remora ad abbandonare la nave alla deriva, considerando il margine di guadagno». Il 2014 ha mandato in soffitta, in parte, l'operazione Mare Nostrum, che ci è costata in un anno 114 milioni di euro, 9,5 milioni al mese. Il prezzo pagato in vite umane è stato di almeno 3.500 vittime. Ora tocca a Triton, che ogni mese pesa «solo» 3 milioni di euro.
Anche l'ultimo anello della catena, quello dell'accoglienza sul suolo italico, è oleato da forti interessi economici. Stuzzica gli appetiti della criminalità nostrana, come dimostra l'inchiesta su «Mafia capitale». «Tu hai idea di quanto ci guadagno sugli immigrati? Il traffico di droga rende meno...», si vanta in un'intercettazione Salvatore Buzzi, dominus delle cooperative rosse. E a scorrere le voci di spesa del ministero dell'Interno si capisce perché. Nel 2011 stanziati in media - la cifra varia da città a città - 42,50 euro al giorno per gli adulti e 75 euro per i minori (Iva esclusa). Per il 2013-2014 le diarie sono state ridotte a 30 euro al giorno (sempre più Iva) per gli adulti e 40 euro per i minori. Secondo un report di lavoce.
info al 30 novembre 2014 gli immigrati presenti in tutti i centri della Penisola erano 65mila (un terzo nelle 350 strutture della Sicilia). Vuol dire un giro d'affari di due milioni di euro ogni 24 ore. Non c'è da stupirsi se in Italia quando si discute di immigrazione brillano gli occhi a tanti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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