
Le primarie pro Imamoglu? Una commedia. La colpa dei 1.133 arresti, ferimenti e danni a Istanbul? Del Chp. L'Ue? Apra le sue porte alla Turchia. La risposta del governo turco all'alta tensione dopo l'arresto del sindaco di Istanbul è arrivata ieri, per bocca del presidente Recep Tayyip Erdogan che ha dato un triplo messaggio, all'interno e all'esterno del paese. Primo, il principale leader dell'opposizione e «le sue corti» sono gli unici responsabili degli scontri. Secondo, anziché «istigare i nostri connazionali e disturbare l'ordine pubblico, rispondete alle accuse di corruzione mosse nei vostri confronti». Terzo, Ankara è pronta a sviluppare le sue relazioni con l'Ue e «si aspetta la volontà politica dei suoi partner in tal senso». Resterà deluso chi immaginava un basso profilo da parte del leader del Bosforo, che invece sceglie di rilanciare, aggiungendo la speranza che il suo approccio strategico coerente possa determinare le politiche dei suoi partner, convinto che «la sicurezza europea è impossibile senza la Turchia». Il presidente turco quindi delegittima le primarie di domenica scorsa che hanno designato Imamoglu come il candidato alle prossime elezioni presidenziali grazie a 15 milioni di voti. «Hanno tenuto un'elezione dove i voti sono stati dati pubblicamente ma sono stati contati in modo segreto. Quando calerà il sipario, il loro spettacolo sarà finito».
Nel mezzo, i mille e più arresti in poche ore dopo che gli studenti turchi hanno pensato di scalare le mura del Politecnico di Istanbul perché le autorità avevano chiuso l'ingresso nel tentativo di reprimere le proteste. «Quello che possiamo dire è che l'arresto di Imamoglu e dei manifestanti solleva interrogativi sull'adesione della Turchia alla sua lunga tradizione democratica», scandisce Guillaume Mercier, commissario europeo all'allargamento. Alla domanda se la Commissione intenda riconsiderare la possibilità di tenere sull'Ucraina dialoghi ad alto livello con la Turchia, Mercier ha risposto che non intende «in questa fase fare supposizioni su un possibile annullamento».
Forte preoccupazione arriva anche dalla Grecia per una situazione che secondo lo speaker del governo di Atene,
Pavlos Marinakis, «resta fluida e preoccupante». Riguardo Imamoglu la posizione ellenica «è ferma, non possono essere tollerate concessioni su stato di diritto e libertà civili, e per concessioni servono risposte convincenti».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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