Nessuna proroga per i contratti dei navigator scaduti il 31 ottobre, ma una «mera attività ricognitiva tra le regioni». La precisazione arriva in serata, direttamente dal ministero del Lavoro, dopo «le notizie di stampa circolate in queste ore relative alla proroga degli ex navigator».
L'oggetto del giallo sul prolungamento del mandato delle centinaia di navigator impegnati dalle Regioni per il ricollocamento lavorativo dei percettori del Reddito di cittadinanza è una circolare, datata 28 ottobre, inviata dal dicastero di via Veneto alle Regioni. Il testo, secondo le notizie filtrate ieri, consentiva la proroga del contratto del «personale che presta assistenza tecnica presso le sedi territoriali delle Regioni per il funzionamento del reddito di cittadinanza (ex navigator)» fino al 31 dicembre. Poi la precisazione: «I contratti non sono prorogabili». Il rinnovo fino alla fine dell'anno «non è tecnicamente possibile», sottolinea il ministero guidato da Marina Calderone, tecnico in quota Fratelli d'Italia. La lettera del 28 ottobre, invece, è una ricognizione tra le Regioni che non hanno ancora manifestato la decisione di rinunciare agli ex navigator impiegati nei Centri per l'Impiego. «Un'attività ricognitiva» necessaria, dopo che Molise, Basilicata e per ultima la Sicilia hanno scritto al ministero per comunicare che i lavoratori restano fino al 31 dicembre.
Solo nell'Isola, i navigator attivi sono 281, seguono il Lazio con 155 e la Calabria con 121. Al 24 ottobre i Caronte che avrebbero dovuto traghettare i percettori del reddito di cittadinanza verso un lavoro sono in totale 946. Ma - continua il ministero del Lavoro - «eventuali ulteriori utilizzi degli ex navigator richiederebbero l'approvazione di una apposita norma, non allo studio del ministero». «I contratti scadono, in attesa di capire come utilizzare gli ex navigator dopo la riforma del reddito di cittadinanza», aggiungono fonti del ministero del Lavoro. Le Regioni pressano sulla proroga, ma il governo ha avviato soltanto una ricognizione.
Risolto il giallo della circolare del 28 ottobre, rimane l'interrogativo sul futuro dei circa mille lavoratori ancora attivi. «Il problema non sono i navigator in quanto tali, bisognerà capire con le Regioni quanti ne servono e quali figure sono più utili, secondo me non ha funzionato bene il loro meccanismo di soluzione, ma credo che si tratti di lavoratori e penso che non si debba buttare il bambino con l'acqua sporca», dice al Giornale il neo-sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, della Lega. Il futuro inquadramento dei navigator, dunque, è legato al perimetro della riforma del reddito di cittadinanza su cui sta già lavorando l'esecutivo guidato da Giorgia Meloni. «Faremo un intervento di sistema sul reddito di cittadinanza in sede di legge di Bilancio, salvaguardando comunque gli indigenti e le persone che non sono in grado di lavorare», spiega un esponente di governo di Fratelli d'Italia. «Tagliare sprechi e truffe: rivedere il reddito è un dovere morale», twitta in serata Matteo Salvini.
Il premier Giorgia Meloni sta studiando un piano che si muove su un doppio binario. Da un lato ci sono i «fragili», ovvero le persone che non sono in grado di lavorare. Solo questi inoccupabili continuerebbero a ricevere un assegno. Dall'altro lato ci sono gli occupabili.
Si tratta di circa 660mila attuali beneficiari del Rdc. Per loro in vista un piano di rafforzamento delle politiche attive del lavoro. E non è escluso che alcuni ex navigator potrebbero risultare utili su questo fronte.
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