
Il fronte delle opposizioni si spacca sul rinnovo delle missioni internazionali. Cinque partiti (Pd, Azione, Iv, Avs e M5S) con cinque posizioni, alcune addirittura in contrasto fra loro, sull'impegno dell'Italia nei fronti caldi del mondo.
Un film già visto sulle votazioni del Parlamento al piano di riarmo. Il partito di Fratoianni e Bonelli vuole il graduale depotenziamento della Nato e l'uscita dall'Italia dalle missioni militari in Africa. Carlo Calenda e Matteo Renzi, al contrario, invece puntano sul rafforzamento dell'Italia nell'alleanza atlantica. C'è chi si schiera in difesa dell'Ucraina, chi vuole lo stop agli aiuti. La discussione si è aperta ieri a Montecitorio. Il voto finale è fissato per oggi.
In totale le risoluzioni presentate sono sei. Il centrodestra si compatta su un'unica risoluzione, le opposizioni ne depositano cinque. L'Aula di Montecitorio si dovrà pronunciare sulla «deliberazione del Consiglio dei ministri in merito alla partecipazione dell'Italia a ulteriori missioni internazionali per l'anno 2025, adottata il 19 febbraio 2025 (anno 2025) e sulla relazione analitica sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, riferita all'anno 2024, anche al fine della relativa proroga per l'anno 2025».
Spulciando i testi delle cinque risoluzioni depositate ieri dai gruppi di opposizione balzano evidenti alcune spaccatura. Nella risoluzione di Avs si chiede di non autorizzare il rinnovo degli impegni militari in Ucraina, di bloccare anche in futuro eventuali partecipazione dell'Italia alle «iniziative Nato, UE, di coalizione e bilaterali di supporto all'Ucraina».
Fratoianni e Bonelli chiedono inoltre lo stop all'impiego di un dispositivo militare nazionale per attività di assistenza, supporto e cooperazione nell'area del Nord-Africa e dell'Africa Occidentale. Italia Viva invece dà il proprio via libera alle iniziative Nato e Ue di coalizione e bilaterali di supporto all'Ucraina. Stessa posizione ribadita nelle sette pagine della risoluzione presentate da Carlo Calenda che in realtà è quasi una fotocopia del testo di maggioranza. Il Pd mantiene la linea atlantista e non si discosta di molto (al netto delle posizioni pubbliche) dal sostegno alla Nato per l'Ucraina, nei Balcani e nei territori caldi dell'Africa occidentale e del Nord. Unico punto in comune tra i cinque partiti di opposizione è lo stop ai al rinnovo degli accordi con la guardia libica per bloccare le partenze degli immigrati verso l'Italia.
La spaccatura tra le opposizioni sull'Ucraina diventa ancor più imbarazzante per gli alleati del Pd dopo la strage di civili compiuta dalle truppe russe a Samy. Ieri si è svolta la discussione generale, oggi la parola alla Camera per il voto.
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