Il Ttip salta. E l'Ue si lecca le ferite: "Abbiamo paura dei populismi"

La Francia lancia l'allarme sul TTIP: "Impossibile chiudere entro l'anno". Anche l'Italia è sulla stessa linea. Valls: "Alimenterebbe i populismi"

Il Ttip salta. E l'Ue si lecca le ferite: "Abbiamo paura dei populismi"

Forse non si farà più niente. Il TTIP, il misterioso accordo tra Ue e Stati Uniti, quel patto commerciale su cui nemmeno i parlamentari hanno potuto mettere bocca (figuriamoci i cittadini), rischia di saltare. A dirlo è stata la Francia per bocca del segretario del commercio, Matthias Fekl, secondo cui sarà "impossibile chiudere i negoziati con gli usa entro il 2016", come ci si era prefissati. Sulla stessa linea anche Carlo Calenda, il ministro dello Sviluppo Economico italiano: "L'abbiamo tirata troppo per le lunghe".

La paura dei populismi blocca il TTIP

Insomma, secondo le versioni ufficiali il TTIP sarebbe vicino alla morte per colpa dei negoziati troppo lunghi. Ma la realtà racconta che la maggior paura delle istituzioni europee e dei partiti di governo sia quello di "alimentare i populismi", come ha affermato il premier francese Manuel Valls. Dal punto di vista pratico, ovviamente, ci sono alcuni problemi. Tra pochi giorni ci sarà il 14esimo incontro tra le parti, ma - scrive Repubblica - "gli Usa non aprono il mercato degli appalti pubblici, non cedono sulle denominazioni di origine e non dialogano sui tribunali privati". Tre punti considerati invece vitali dalla controparte europea. Soprattutto il punto delle denominazioni di origine, cavallo di battaglia delle destre nazionaliste europee.

Coinvolti i parlamenti nazionali

Non solo. Ad ostacolare ancora il percorso del TTIP c'è anche la decisione dell'Ue di coinvolgere i parlamenti nazionali nell'approvazione dell'accordo. In pratica, se uno solo delle Aule dei Paesi membri dovesse votare contro, tutto potrebbe saltare.

Visti i voti negli ultimi tempi, soprattutto in Stati come l'Austria, l'eventualità non è da escludere. In realtà, la Commissione Ue ha gicoato "sporco", spacchettando in due l'accordo e permettendo ai Parlamenti di interferire solo su una parte del trattato.

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