"Animacce nere...": Montanari insulta ancora sulle foibe

Tomaso Montanari, rettore dell'Università per stranieri di Siena, da una settimana al centro delle polemiche per le sue posizioni sul Giorno del Ricordo, rilancia: "Non mi dimetto"

"Animacce nere...": Montanari insulta ancora sulle foibe

"I nuovi fascisti possono mettersi in pace l'animaccia nera: non mi dimetterò, continuerò a dire la verità". Si conclude così il lungo articolo con cui Tomaso Montanari difende sul Fatto Quotidiano le sue critiche al Giorno del Ricordo.

"Salvini è arrivato a dire che mi devo fare curare: rinverdendo la tradizione dei dissidenti chiusi in manicomio. La Meloni, in una apologia dei fascisti ormai senza veli, che devo 'essere fermato'. L'Ungheria, insomma, non è lontana", sostiene il rettore dell'Università per stranieri di Siena, dopo aver passato in rassegna tutti coloro che lo hanno criticato: dal centrodestra a Italia Viva, passando per alcuni giornalisti."Come se, improvvisamente, fossero scomparsi dalla Costituzione gli articoli 21 (libertà di espressione) e 33 (libertà della scienza e autonomia delle università): in un assaggio di quel ritorno al fascismo che potrebbe comportare l'ascesa al governo di questa compagine nera", scrive ancora Montanari.

Lo storico toscano ritiene che "il fascismo riesce ad avere ragione solo quando trucca la storia" e respinge l'accusa di aver "negato le foibe". E ribadisce quanto scritto una settimana fa: "La legge del 2004 che istituisce la Giornata del Ricordo (delle Foibe) a ridosso e in evidente opposizione a quella della Memoria (della Shoah) rappresenta il più clamoroso successo di questa falsificazione storica". Secondo Montanari, l'istituzione del Giorno del Ricordo aveva l'obiettivo di "costruire un'antinarrazione fascista che contrasti e smonti l'epopea antifascista su cui si fonda la Repubblica".

Il Rettore critica anche il disegno di legge che vorrebbe rendere un reato il negazionismo delle foibe e la visita che Matteo Renzi fece nel 2019 alle Foibedi Basovizza proprio nel giorno dell'eccidio nazista di Sant 'Anna di Stazzema. Sarebbe, poi, sbagliato anche il messaggio di un famoso discorso di Violante perché demolirebbe le basi della Costituzione e della Repubblica antifasciste perché tendere a costruire "il terreno per pelose unità nazionali capaci di saldare, al governo del Paese, il peggio della politica italiana". Sostiene.

"Così il patrimonio culturale del Paese (che è fatto, sì, anche di feste, ricorrenze, cerimonie, immaginario...) - sottolinea ancora Montanari - viene violentato, e piegato all'utilità del mercato politico corrente", proprio come voleva la destra con l'istituzione del Giorno del Ricordo. "Nessuno nega le Foibe", rimarca Montanari che, poi, tra parentesi, però, minimizza la portata dell'evento sottolineando che morirono circa "5000 persone - fascisti, collaborazionisti ma anche innocenti - per mano dei partigiani di Tito". Come a dire, "robetta" rispetto agli orrori del nazifascismo. Come se le vite di quelle 5000 persone contassero meno di quelle delle vittime dell'Olocausto. Per Montanari celebrare il Giorno del Ricordo sarebbe come sminuire il Giorno della memoria e, pertanto, scrive:"Nessuno nega l'atrocità dei bombardamenti alleati, o delle due atomiche sganciate sul Giappone: ma questo non significa che americani e nazisti fossero sullo stesso piano".

Di fronte a questa ennesima presa di posizione di Montanari, il senatore forzista Maurizio Gasparri attacca: ​"Tommaso Montanari non si arrende e ancora oggi sulle colonne del Fatto scrive un articolo in cui nega di essere negazionista ma nella sostanza si manifesta negazionista in materia di foibe. Cita numeri non veritieri per ridurre le dimensioni della tragedia. Quasi che il problema fosse soltanto quello del numero delle vittime. Contesta alla radice la legge che ha introdotto il Giorno del Ricordo in memoria delle vittime delle foibe e dell'esodo istriano, giuliano e dalmata, infila tutta una serie di argomenti temerari e provocatori".

E aggiunge:"A Montanari insomma che si ricordino le vittime delle foibe non va proprio giù. E a lui come a tanti altri di sinistra. Di una sinistra che peraltro quella legge ha votato perché si ricollocassero nella memoria nazionale quelle vittime del comunismo, non solo di Tito perché ci fu anche una complicità italiana negli eccidi. Montanari continua a straparlare e il Fatto gli fa da megafono". Secondo Gasparri "si tratta di un negazionismo sostanziale, di un oltraggio alle vittime della storia, della diffusione di numeri non veritieri. Non a caso si citano altri protagonisti di questo modo di procedere davvero provocatorio e intollerabile". Ecco, dunque, perché Montanari è inadeguato all'insegnamento nelle università e va rimosso da rettore dell'Università per gli stranieri di Siena. Lo ribadiamo e - conclude Gasparri - ne faremo oggetto di una battaglia politica, parlamentare ed istituzionale. In nome della verità contro ogni interpretazione faziosa e inaccettabile della storia".

Il senatore di Fratelli d'Italia Ignazio La Russa, interpellato dall'Adnkronos, invece, è stato molto più lapidario :"Mi meraviglio che Montanari abbia ancora la faccia tosta di fare dichiarazioni. Non aggiungerei altro". Il deputato del Carroccio Luca Toccalini, infine, chiama in causa il governo: ​"Questa mattina altre incredibili dichiarazioni di Montanari sul tema foibe: l'arroganza, la violenza e la falsità delle sue parole meritano un intervento del ministro Messa il cui silenzio è preoccupante.

Auspichiamo che cominci a fare il Ministro dell'Università e della ricerca, così da censurare gli estremisti di sinistra in cerca di visibilità come Montanari e dare risposte a studenti e docenti, soprattutto sulla ripartenza dell'anno accademico".

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