Moody's prende tempo slitta il verdetto sull'Italia

L'agenzia non aggiorna il rating del nostro Paese che resta BAA3 con outlook negativo. Occhi puntati sul Pil

Moody's prende tempo slitta il verdetto sull'Italia
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La pronuncia di Moody's è slittata. E il rating è rimasto quello che conoscevamo: BAA3. Il tutto a Borsa chiusa (+1,05% Piazza Affari con lo spread tra i titoli di Stato italiani e Bund tedeschi è sceso a 182 punti base da 186). Nessuno spavento preventivo, quindi. Dopo la positività fatta registrare dai conti portoghesi (outlook alzato a «positivo»), il rinvio del rapporto che ci riguarda. Forse una presa di tempo. Il prossimo appuntamento è il 17 novembre, la data che bisognerà attendere, qualora non ci fossero ulteriori aggiornamenti. Moody's è una società privata, che conta tra i suoi azionisti la Berkshire Hathaway del miliardario Warren Buffett e il gestore di fondi Blackrock. Tra le quattro grandi agenzie - le altre sono S&P, Fitch e Dbrs - Moody's è l'unica a collocare l'Italia all'ultimo gradino sopra (BAA3 e outlook negativo) il livello «junk», ovvero spazzatura. Le altre, invece, collocano tutte Roma due gradini sopra l'area speculativa. L'ultima a confermare la sua BBB, con prospettive stabili, è stata Fitch appena una settimana fa. Ma il declassamento a livello junk che cosa vorrebbe dire per l'Italia? Il pericolo più grande, ovvero che la Banca centrale europea smetta di acquistare i titoli di Stato italiani, è comunque scongiurato. Francoforte andrebbe avanti a tenere in portafoglio il nostro debito anche se una sola delle grandi agenzie mantenesse il suo giudizio nella cosiddetta «area investment grade». Ci sarebbero comunque degli effetti, perché invece certi fondi d'investimento che puntano solo sul debito meno rischioso, a fronte di un declassamento in area «junk» di un'agenzia come Moody's, dovrebbero disfarsi dei Btp dai loro portafogli. «In questo caso, però, il paracadute della Bce potrebbe attivarsi alla risalita dello spread e ricondurre i rendimenti più in basso», afferma Antonio Tognoli, il responsabile delle macro analisi di Cfo Sim. A far suonare un campanello d'allarme sui mercati era stato un report di Moody's che aveva avanzato dubbi sul grande debito italiano (oltre il 144% del Pil) e ventilato la possibilità di un downgrade.

«Quello italiano al momento è l'unico debito sovrano con rating Baa3 con a prospettive negative», avevano detto gli analisti dell'agenzia citati da Bloomberg.

Sul tavolo degli imputati una crescita lenta, costi di finanziamento più elevati del debito e la mancata spesa dei fondi del Pnrr. «Quanto sostenuto dagli analisti di Moody's sulla spesa dei fondi del Pnrr mi sembra più una valutazione politica».

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