Morra fa l'antimafioso ma così ha azzoppato la commissione Antimafia

La sua uscita choc sulla Santelli blocca i lavori per la protesta di Fi, Lega e Fdi. Ma lui non molla

Morra fa l'antimafioso ma così ha azzoppato la commissione Antimafia

Il presidente dell'Antimafia disarma l'Antimafia. Le criticatissime affermazioni su Santelli e i calabresi del senatore Nicola Morra hanno avuto come effetto immediato quello di azzoppare l'importante commissione che lo stesso presiede. Perché, dopo il suo deciso «no» alla richiesta di dimissioni dall'incarico arrivate dall'opposizione, in rapida successione Lega, Fdi e Forza Italia hanno annunciato che, finché a capo dell'Antimafia ci sarà Morra, diserteranno i lavori della Commissione. Che resta azzoppata e dimezzata come diretta conseguenza delle frasi «politicamente scorrette» - per derubricare la sua uscita secondo la bonaria definizione dello stesso interessato del presidente, e a cambiare la sostanza delle cose non è certo la aggressiva autodifesa dello stesso Morra, lesto a definire la bufera contro di lui un attacco strumentale «perché do fastidio alla mafia», innescando così una nuova centrifuga di indignazione generale.

Come strategia d'uscita, insomma, quella di Morra non è sembrata un granché, peggiorando semmai la situazione, ma una mano in questo pasticcio gliel'ha data la «censura» Rai, che venerdì scorso, mentre infuriavano le polemiche, ha stoppato la partecipazione di Morra a Titolo V, offrendo la sponda a una generale alzata di scudi contro viale Mazzini per una decisione ritenuta errata e inopportuna. Del caso in settimana si occuperà probabilmente l'Ufficio di presidenza della commissione di Vigilanza.

Così, dopo la condanna generalizzata del primo giorno, che ha visto dissociarsi dal suo senatore anche il M5s, e dopo le polemiche incrociate di sabato, ieri i Cinque Stelle scelgono di schierare i big del Movimento per difendere Morra. A scendere in campo a supporto del senatore è la terza carica dello Stato, Roberto Fico, che pur ribadendo che le parole di Morra sulla Santelli e sugli elettori calabresi «siano parole sbagliate e infelici», chiede a tutti di «abbassare i toni» proprio perché «Morra su questo ha chiesto scusa». Dopo la pezza, Fico affonda il colpo contro viale Mazzini, spiegando, ospite di Lucia Annunziata proprio su Rai3, che «non sta né in cielo né in terra» aver lasciato Morra fuori dalla trasmissione, «e spero continua il presidente della Camera - che ovunque alla Rai si dica è stato un grande sbaglio perché la Rai deve essere il luogo della libertà di informazione». Va oltre il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che sposa la tesi difensiva dello stesso Morra e ipotizza che le polemiche sollevate, ricordiamo, anche dal suo stesso partito sulle dichiarazioni del senatore pentastellato «vengano usate per oscurare la notizia di un arresto per mafia di un rappresentante delle istituzioni», ossia il presidente del consiglio regionale calabrese Domenico Tallini, arrestato giovedì scorso per concorso esterno in associazione mafiosa e scambio elettorale politico mafioso. Sul resto, Di Maio glissa, limitandosi a ribadire laconicamente che Morra «si è scusato per le sue parole su Jole Santelli, la cui scomparsa ha scosso davvero tutti».

Ma l'alzata di scudi dei big pentastellati fa storcere il naso anche a pezzi della maggioranza. Sempre ospite dell'Annunziata, Matteo Renzi replica al presidente della Camera: «Fico attacca il leader di Iv - non può dire che sul caso Morra sbaglia la Rai, perché a sbagliare è stato Morra».

E Stefano Pedica del Pd se la prende invece con Di Maio, appoggia la

scelta del centrodestra di disertare la Commissione antimafia e invita il suo partito a fare altrettanto: «Invece di arrampicarsi sugli specchi, Di Maio e il Pd chiedano a Morra di lasciare la presidenza della commissione».

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