Le morti evitabili alla Grenfell Tower. "Una strage per incompetenza e avidità"

La commissione: "Un cammino verso il disastro". Morirono in 72, due gli italiani. Le scuse di Starmer

Le morti evitabili alla Grenfell Tower. "Una strage per incompetenza e avidità"
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«Una tragedia dovuta a incompetenza, disonestà e avidità», che ha radici antiche nella totale incuria dei governi succedutisi negli ultimi 30 anni.

Questo afferma il rapporto conclusivo sulla strage di Grenfell, l'incendio sviluppatosi il 14 giugno 2017, in un grattacielo di edilizia popolare nel pieno centro di Londra che ha causato 72 morti - tra cui anche una giovane coppia di architetti italiani, Gloria Trevisan e Marco Gottardo, rimasti intrappolati nel loro appartamento che andava a fuoco per centinaia di feriti e sfollati. Pubblicato dopo sette anni di lotte da parte di associazioni delle vittime che non hanno mai mollato la presa, neppure di fronte alle numerose inchieste pubbliche risultate inconcludenti, afferma ora che tutte quelle morti potevano essere evitate se le parti coinvolte avessero fatto il loro dovere. «Sette anni e ancora siete in attesa di giustizia- ha dichiarato ieri il Premier Keir Starmer scusandosi per conto dello Stato - voglio dire all'intero Paese che siete stati delusi in modo terribile, prima, durante e dopo questa tragedia. Tutto questo non avrebbe mai dovuto accadere». Lodando la resilienza della comunità di Grenfell, il Primo Ministro ha poi promesso che scriverà alle aziende, ritenute responsabili delle orribili negligenze, «come primo passo per escluderle dalla futura acquisizione di altri contratti pubblici». La causa principale del velocissimo diffondersi delle fiamme da un solo appartamento all'intero grattacielo è stata riscontrata nella pochezza dei materiali con cui era fatto il rivestimento dell'edificio, il famoso «cladding» che avrebbe dovuto isolare e prevenire i rischi d'incendi e invece li diffuse. Ma la relazione di 1700 pagine, stilata da una commissione indipendente presieduta dal giudice in pensione sir Martin Moore - Bick, non punta il dito solo sulle aziende americane Arconic, Celotex e Kingspan che fornirono i materiali, ma afferma che il dipartimento per il controllo edilizio del distretto di Kensington e Chelsea, lo studio di architettura Studio E, i costruttori Rydon and Harley Facades sono responsabili forse ancor di più perché totalmente incompetenti. Così come la Kensington and Chelsea Tenant Management Organisation, a cui le autorità locali avevano affidato la gestione delle loro case popolari. L'inchiesta ha determinato che il rivestimento fu messo, non per migliorare l'efficienza energetica, ma per meri motivi estetici. Insomma trattandosi del centro di Londra non si voleva che le case popolari sfigurassero vicino ad edifici dall'aspetto migliore.

Non si salvano neppure le London Fire Brigades, i cui vertici agirono «con una certa noncuranza», mandando sul posto uomini privi di un coordinamento centrale efficace, sprovvisti di indumenti protettivi adatti e persino di acqua a sufficienza per arrivare ai piani più alti. Molti di loro soffrono ancora di stress post traumatico e alcuni si sono dimessi dopo l'accaduto.

Ma la responsabilità più grande va forse ascritta ai governi degli ultimi 30 anni, visto che già nel 1991, erano emerse le prime avvisaglie di quanto fossero pericolosi alcuni materiali impiegati nell'edilizia e nessun esecutivo, né laburista né conservatore, ha mai regolamentato questo settore. Si spera che quello attuale lo faccia anche perché per il processo che dovrebbe spedire in galera qualche responsabile bisognerà aspettare fino al 2027.

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