Nuove tensione tra Russia e Italia. L'ambasciata russa a Roma denuncia una «crescente» campagna russofoba mirata - attraverso media, banche e istituzioni - a discriminare i cittadini russi residenti in Italia e ad alimentare «sentimenti anti-russi» tra la popolazione. Nonostante la politica italiana tenti di tenere aperto il dialogo con Mosca pur denunciandone l'aggressione dell'Ucraina, l'ambasciata guidata da Sergey Razov ha pubblicato sul suo profilo Facebook stralci di un rapporto del Ministero degli Affari Esteri «sulle violazioni dei diritti dei cittadini russi e dei connazionali all'estero». E la denuncia durissima si somma all'accusa, lanciata sempre dal ministero degli Esteri russo, di «una linea di comportamento servile e miope» nel rinnegare, secondo il Cremlino, l'aiuto fornito durante il Covid. Il rapporto passa in rassegna una serie di episodi che dimostrerebbero le discriminazioni subite dai russi in Italia, «con segnalazioni regolari di minacce da parte dei connazionali» alle rappresentanze diplomatiche russe presenti nel nostro Paese.
Si parte dalla «grande campagna lanciata in Italia contro la cultura russa», dove si cita il sindaco di Milano Giuseppe Sala per il caso del direttore d'orchestra Valery Gergiev, rimosso dalla direzione di uno spettacolo perchè non aveva condannato pubblicamente l'invasione russa. Poi il report entra nel vivo e mette nel mirino banche e media. «È noto - è l'attacco - il rifiuto di servire cittadini russi, compresi i dipendenti delle rappresentanze diplomatiche da parte di singole banche italiane. Ci sono stati casi in cui i clienti russi sono stati informati dell'intenzione da parte delle banche di chiudere i loro conti e gli è stato chiesto di ritirare il saldo in contanti in una delle filiali. In particolare, nelle banche UniCredit, BancoPosta, BNL, IntesaSanpaolo, sono stati registrati rifiuti di lavorare con cittadini russi». Mosca cita anche Vodafone, colpevole, a suo dire, di rifiutarsi «di collegare un nuovo numero a un contratto di servizio già esistente» per i dipendenti della Missione permanente russa presso la Fao e altre organizzazioni internazionali a Roma. Il documento del dicastero degli Esteri accusa l'informazione italiana di «aperta campagna anti-russa dei media». «I connazionali sono preoccupati per il limitato accesso ai media russi in Italia e, di conseguenza, per la mancanza di informazioni obiettive sulla politica e sulle azioni della Russia nel quadro dell'operazione militare speciale, che è particolarmente significativa nel contesto della pressione propagandistica dell'Occidente». Secondo la Russia, «la trasmissione di informazioni sugli eventi viene effettuata esclusivamente sulla base di fonti occidentali o ucraine» e «questo approccio parziale ha un'influenza chiave sull'atteggiamento degli italiani nei confronti dei cittadini russi che vivono in Italia, così come degli immigrati di lingua russa dall'ex Unione Sovietica».
A stretto giro è arrivata la risposta del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio: «Basta con questa mistificazione della realtà e con le provocazioni. In Italia nessuno sta portando avanti una campagna anti-russa, i media hanno solo raccontato le crudeltà commesse dall'esercito russo.
Tutto questo, mentre in Russia è vietato parlare di guerra, mentre vengono censurate le immagini terrificanti di civili ucraini uccisi dalle bombe russe. I nostri mezzi d'informazione non possono prendere lezioni di giornalismo dalla Russia, né tantomeno ricevere minacce» commenta il titolare della Farnesina.RI
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