Le mosse Usa per il post-conflitto, ma irrompe Putin

Emissari di Washington in Israele: la spinta per i due Stati. Lo Zar sulla scena: missione a Riad e Abu Dhabi

Le mosse Usa per il post-conflitto, ma irrompe Putin
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Gli Usa insistono nel chiedere a Israele di fare di più per proteggere la popolazione a Gaza, ma nel frattempo si concentrano anche sul «day after» della guerra. La vice presidente americana Kamala Harris ha avuto nel fine settimana una serie di incontri diplomatici con i leader arabi per discutere le prospettive per il post-conflitto nella Striscia, chiedendo allo stesso tempo a Tel Aviv maggiori sforzi per proteggere i civili palestinesi dai «devastanti» bombardamenti. «Il messaggio degli Stati Uniti è inequivocabile: la legge umanitaria internazionale deve essere rispettata. Troppi palestinesi innocenti sono stati uccisi», ha osservato Harris prima di lasciare Dubai dove, oltre a occuparsi della Cop28, puntava a tessere la tela diplomatica americana sul conflitto in Medio Oriente.

A questo scopo, la numero due di Joe Biden ha visto il presidente degli Emirati Arabi Uniti Mohamed bin Zayed, quello egiziano Abdel Fattah al Sisi, il re Abdullah di Giordania, e ha parlato al telefono con il leader del Qatar Amir Sheikh Tamim Bin Hamad Al-Thani. Ribaditi i cinque principi statunitensi del post-conflitto: «Nessun trasferimento forzato, nessuna rioccupazione, nessun assedio, nessuna riduzione del territorio e nessun uso della Striscia come piattaforma per il terrorismo». Principi ai quali il presidente Biden e il segretario di stato Antony Blinken aspirano da tempo anche se, al momento, le priorità sono il rilascio degli ostaggi e il cambio di strategia dello Stato ebraico. «Mentre Israele persegue i suoi obiettivi militari a Gaza, crediamo che debba fare di più per proteggere i civili innocenti», ha ribadito Harris. Sul volo di ritorno verso Washington, la vice presidente americana ha parlato al telefono con il presidente israeliano Isaac Herzog e con quello dell'Autorità palestinese Abu Mazen. A Herzog ha ribadito «il forte sostegno degli Usa al diritto di autodifesa di Israele, ma anche l'importanza di pianificare il giorno dopo a Gaza, sottolineando il suo impegno per una soluzione a due Stati». Ad Abu Mazen ha riaffermato il supporto per la soluzione dei due Stati, oltre il sostegno americano «al popolo palestinese e al suo diritto a sicurezza, dignità e autodeterminazione». Ieri è arrivata in Israele una delegazione di funzionari della Casa Bianca per discutere il post-conflitto. Il gruppo - guidato da Phillip Gordon, consigliere per la sicurezza nazionale di Harris - incontrerà il consigliere per la sicurezza nazionale israeliano e il ministro degli affari strategici, poi si sposterà a Ramallah per vedere Abu Mazen.

E a sorpresa, anche il presidente russo Vladimir Putin sarà questa settimana in Arabia Saudita e negli Emirati Arabi dove incontrerà, tra gli altri, bin Salman. Esclusi i viaggi in Cina e Kirghizistan, si tratta del primo tour all'estero di Putin dopo il mandato di cattura internazionale.

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