Scontro Mughini-Scanzi su Renzi. Il primo "Draghi è una medaglia"

Scontro tra Mughini e Scanzi durante Accordi&Disaccordi. L'argomento? Matteo Renzi. Anche Conte dice la sua

Scontro Mughini-Scanzi su Renzi. Il primo "Draghi è una medaglia"

Giampiero Mughini ha assegnato una "medaglia" a Matteo Renzi, ma Andrea Scanzi ha replicato. Il perché della contesa tra i due è presto detto: il leader d'Italia Viva, per Mughini, ha fatto sì che Mario Draghi divenisse presidente del Consiglio, mentre per il giornalista Italia Viva è solo un partito con basse percentuali elettorali. La dialettica è avvenuta durante un passaggio di Accordi&Disaccordi, un programma trasmesso peraltro su Nove.

Mughini ha deciso di presentare una disamina sui meriti politici ed istituzionali della fase che sta interessando il Belpaese, così come ripercorso in questo video pubblicato pure dal giornael sopracitato. E l'opinionista e conduttore televiso ha, in maniera aperta, plaudito al leader d'Italia Viva Matteo Renzi per quello che, con l'arrivo dell'ex presidente della Bce a Palazzo Chigi:"Sembra sia stato uno scherzo - ha esordito il giornalista -, con tutto il rispetto del presidente Conte...". Senza la caduta del Conte bis, del resto, Draghi non avrebbe mai potuto svolgere l'incarico cui è chiamato adesso.

L'intellettuale ha poi continuato con la sua riflessione: "Che alla testa del nostro sciagurato vascello ci sia oggi, agli occhi dell’Europa e del mondo, Mario Draghi, è una conquista, un merito e una medaglia che Matteo Renzi può affiggersi al petto", ha dichiarato nel corso del programma. E il vertice del MoVimento 5 Stelle, pur mantenendo il suo stile che certo tende a volersi distanziare dalle "piazze del vaffa" e dal grillismo delle origini, ha reagito, mettendo in evidenza come Italia Viva non abbia toccato poi chissà quale risultato sotto il profilo del consenso.

Una tesi in linea con quella di Scanzi, che ha detto la sua: "Parliamo di uno che ha l’1% - ha fatto presente il giornalista de Il Fatto Quotidiano - " E ancora: "Se avesse i meriti che dice Mughini avrebbe il 20 o il 30% ". Poi la stoccata:“Bisognerà parlare il giorno che andrà in televisione e chiederà scusa per aver chiamato "my friend" uno come Bin Salman che è accusato di essere il mandante dell’omicidio Kashoggi. Quindi ricordiamoci anche chi è il signor Matteo Renzi. Matteo Renzi ha fatto cadere Conte e i 5S perché gli sta antipatico Conte, gli stanno antipatici i 5S, perché voleva stare al centro dell’attenzione, perché ha una stampa inutilmente favorevole nei suoi confronti. Quindi evitiamo di farne la celebrazione", ha chiosato Scanzi, che in questi mesi ha fatto parlare di sé pure per due episodi: la questione delle tempistiche legate alla sua vaccinazione e il comizio tenuto in favore di Giuseppe Conte.

L'ex premier giallorosso, proprio oggi, è tornato sul tema Draghi. Come ripercorso pure su La Stampa, il vertice grillino ha detto che è "sbagliato pensare che un uomo solo al comando risolva problemi". Comunque sia, Giampiero Mughini aveva già dimostrato di non badare troppo ai fronzoli quando si è soffermato sui pentastellati: "Ieri sera, in un set televisivo, ho avuto il piacere di trovarmi di fronte una loro senatrice. La guardavo come si guarda una specie rara, e benché loro abbiano avuto 11 milioni di voti. La ascoltavo, mentre parlava.

Sia detto con rispetto della persona, aveva in tutto e per tutto un vocabolario di circa 30 parole", aveva scritto a Dagospia, riferendosi alla vicepresidente del Senato Paola Taverna. Ieri, una seconda considerazione che attiene sempre all'emisfero grillino ed anzi, seppure in via indiretta, al suo capo.

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