Dopo lo stop alle multe per i no vax arriva anche quello al rincaro delle multe stradali, che non si rivaluteranno all'inflazione nemmeno nel 2025. Il testo bollinato del decreto Milleproroghe, differente dalle bozze circolate lunedì scorso quando fu approvato dal Consiglio dei ministri, rinvia anche per il 2025 l'aggiornamento biennale all'inflazione delle multe stradali previsto dal Codice della strada. Il governo avrebbe dovuto varare l'adeguamento entro il primo dicembre scorso. Il dispositivo avrebbe aumentato gli importi delle sanzioni del 6% circa dal primo gennaio, con rincari da 3 a 51 euro a multa per le infrazioni più comuni. L'esecutivo ha quindi deciso un'ulteriore proroga «in considerazione dell'eccezionale situazione economica», come già nei due anni scorsi.
Un'altra misura importante riguarda le multe per i no-vax che non hanno rispettato l'obbligo vaccinale contro il Covid. Il decreto annulla definitivamente queste sanzioni e interrompe i procedimenti sanzionatori ancora in corso. Tuttavia, non sono previsti rimborsi per le multe già pagate, che rimangono acquisite al bilancio dello Stato. Questa decisione, già contenuta nelle bozze iniziali del provvedimento, viene ora confermata nel testo bollinato. La partita, tuttavia, potrebbe non essere chiusa del tutto visto che alcuni esponenti di Forza Italia hanno espresso malcontento per una misura che, a loro dire, non sanziona il mancato rispetto di misure di prevenzione come le vaccinazioni.
Intanto la commissione Bilancio della Camera ha continuato anche ieri l'esame degli emendamenti alla manovra. Oggi sono attesi i testi dei relatori, mentre domani dovrebbero arrivare gli emendamenti del governo, incluso quello più atteso relativo all'Ires premiale con aliquota ridotta dal 24 al 20% per le imprese che investono o che assumono. La misura dovrebbe costare 400 milioni di euro ma, secondo quanto si apprende, potrebbe crescere ulteriormente, proprio per la necessità di cercare coperture adeguate. Si starebbe ancora studiando però ancora il meccanismo, che riguarderebbe le banche (oltre al prelievo da 3,5 miliardi sulle Dta) ma non le assicurazioni. «È importante che parliamo con il governo e vediamo che cosa si può fare senza compromettere la forza del sistema bancario italiano», ha commentato il presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro. Confermato il rinvio della discussione su taglio dell'aliquota intermedia Irpef del 35% e sull'ulteriore posticipo dell'entrata in vigore della sugar tax all'inizio dell'anno prossimo, poiché occorrerà trovare risorse adeguate. Nel frattempo, è spuntata la bozza di un possibile emendamento del governo per incrementare di 5mila posti la platea degli insegnanti di sostegno scolastico, a decorrere dal 2025-2026, per garantire la continuità didattica per gli alunni con disabilità. Negli ultimi anni, spiega la relazione tecnica, «il numero di studenti con disabilità certificata è aumentato»: dal 2013 al 2024 sono passati da circa 213mila a 316mila.
Confindustria, tuttavia, ha lanciato un allarme. A dicembre l'economia italiana è «in rallentamento» ed è «elevata» l'incertezza sul Pil del quarto trimestre. È quanto sottolinea la Congiuntura flash del CsC.
«La fiducia è bassa, l'industria in crisi, l'export debole, l'Eurozona fiacca», aggiunge CsC indicando come fattori di rialzo «il trend di crescita del turismo (che veleggia verso nuovi record grazie alle presenze di stranieri) e dei servizi, il calo dell'inflazione e l'attuazione del Pnrr».
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