Nasce il nuovo progetto ulivista dei fuoriusciti del Pd

L'atto d'accusa di Alfredo D'Attorre e degli altri ex Pd contro il premier-segretario Matteo Renzi

Nasce il nuovo progetto ulivista dei fuoriusciti del Pd

"Il partito è stato ridotto ad appendice inerte del leader: comitato elettorale e ufficio stampa. Gli organismi dirigenti sono diventati rappresentazioni a uso streaming, riuniti ogni volta che è servito imporre un voto su una decisione già assunta dal segretario-premier o disporre di un palco dal quale lanciare un annuncio all’esterno. A livello locale la partecipazione e la vita democratica interna sono sempre più flebili. I congressi vengono sospesi e i commissari si moltiplicano. Il ricorso alle primarie per la scelta dei candidati sindaci viene adesso messo in discussione con l’idea di pilotare la scelta dei candidati da Palazzo Chigi, dopo che per anni Renzi è stato il principale avversario di qualsiasi forma di regolazione delle stesse". Sono queste le principali accuse che i tre fuoriusciti del Pd, Alfredo D'Attorre, Carlo Galli e Vincenzo Folino, hanno rivolto al premier Matteo Renzi e messo nero su bianco in un documento pubblicato in anteprima dall'Huffington Post.

"La mutazione genetica del Pd, - si legge nel documento - nato come forza centrale del centrosinistra italiano, è purtroppo ormai compiuta. Lo è per il programma economico-sociale, per l’idea delle istituzioni e del sistema democratico, per la natura della sua vita interna, per il radicale mutamento della composizione dei suoi iscritti ed elettori, per le nuove alleanze politiche e sociali che si stanno affermando". I tre ex deputati Pd motivano così la loro uscita dal partito: "L’esperienza renziana e le mutazioni introdotte non saranno una parentesi. Esse hanno ormai alterato in maniera irreversibile la percezione del Pd e della sua funzione nell’immaginario collettivo. Non ha senso il confronto con altre forze della sinistra europea. Il Pd non è il Labour Party o la Spd". Il problema principale sta nelle scelte di politica economica e a destare scandalo sono soprattutto le lodi che provengono dalle opposizioni per la prossima legge di stabilità."I provvedimenti adottati in materia di lavoro, scuola, welfare, fisco indicano che il Pd - è questo l'ulteriore atto d'accusa - vive ormai con fastidio il modello di società disegnato dalla Costituzione repubblicana. Alla centralità del lavoro si è sostituita quella dei profitti, al principio di uguaglianza la retorica della meritocrazia che legittima la crescita reale delle diseguaglianze, alla progressività dell’imposizione fiscale l’adozione del motto berlusconiano “meno tasse per tutti”, all’universalità dei diritti sociali il primato di una presunta efficienza che apre il campo ai tagli al welfare e a un maggior spazio ai privati in campo sanitario e previdenziale".

Ecco, dunque, si rende necessario"avviare la costruzione di una nuova forza: larga, accogliente, aperta, in grado di dare rappresentanza a un vasto elettorato di centrosinistra oggi privo di riferimenti". "Una forza - continua il documento - che recuperi una radice ulivista, nel senso della pluralità delle culture politiche che devono alimentarla, a partire da quella del cattolicesimo democratico e sociale, e della determinazione a misurarsi con la sfida del governo. Tutt’altro rispetto a una ‘Cosa rossa’ settaria, protestataria e di testimonianza, che farebbe esattamente il gioco del Partito della Nazione renziano. Nei territori il nuovo soggetto deve provare a riaprire una prospettiva progressista e di centrosinistra in tutti i luoghi in cui è concretamente possibile. Lo farà in chiara alternativa al Pd nei comuni in cui il progetto renziano di un riposizionamento verso il centrodestra viene accettato e praticato". "Per fare questo dobbiamo unire le forze. Quelle di chi è già uscito dal Pd o lo farà nei prossimi mesi. Quelle di Sel, che si è messa con generosità al servizio di un nuovo progetto politico a partire dai gruppi parlamentari, e delle altre formazioni di sinistra. Ma soprattutto bisogna intercettare le tante energie disponibili e disperse, comprese quello di un civismo democratico e sociale. La nascita di nuovi gruppi parlamentari della sinistra è un passo importante, che offre uno strumento istituzionale a un progetto che adesso deve crescere nei territori e dal basso. Dovremo inventare nei prossimi mesi una nuova forma-partito, - è la conclusione del documento - che sappia coniugare tradizione e innovazione, partecipazione e decisione, pensiero e comunicazione, guardando con curiosità alle esperienze più avanzate in giro per l’Europa.

Sarà un cammino non facile né breve, in cui serviranno umiltà, generosità verso il collettivo, coraggio, visione. Abbiamo il dovere di provarci. Per ricostruire la sinistra, per ridare voce al lavoro, per l’Italia".

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