Torna a salire la tensione tra Stati Uniti e Cina, ancora una volta per la questione Taiwan. Per la prima volta dalle esercitazioni militari senza precedenti che Pechino ha condotto in seguito alla visita di Nancy Pelosi a Taipei all'inizio del mese, due navi da guerra americane sono passate attraverso lo Stretto. Una mossa che ha scatenato la dura reazione del Dragone, le cui truppe sono in stato di massima allerta. Secondo quanto riportato dai media Usa, la Marina ha spiegato che gli incrociatori Uss Antietam e Uss Chancellorsville stavano attraversando la porzione di mare che separa l'isola dalla terraferma cinese, «un transito di routine», che «dimostra l'impegno degli Stati Uniti per una regione indo-pacifica libera e aperta».
«Queste navi sono transitate attraverso un corridoio nello Stretto che si trova oltre il mare territoriale di qualsiasi stato costiero», ha aggiunto la Marina, riaffermando quindi che gli incrociatori non hanno navigato in acque territoriali. La Casa Bianca, tramite il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale John Kirby, ha fatto sapere che l'operazione era stata «pianificata molto tempo fa e invia un messaggio chiaro, ossia che l'esercito degli Stati Uniti navigherà, volerà e opererà ovunque il diritto internazionale lo consenta». Il ministero della Difesa di Taipei ha poi affermato che le navi Usa stavano procedendo in direzione sud e le forze taiwanesi stavano osservando le operazioni, aggiungendo che «la situazione è normale». Pechino, tuttavia, ha messo in guardia Washington sul passaggio di navi da guerra nello Stretto di Taiwan, e ha affermato che avrebbe risposto a quelle che considera minacce alla sua sovranità. «Le truppe della zona orientale rimangono in stato di massima allerta e sono pronte in ogni momento a sventare qualsiasi provocazione», ha spiegato il portavoce del Comando del teatro orientale dell'Esercito cinese, Shi Yie. Ad ora non è chiaro se il Dragone ha intenzione di schierare a sua volta delle navi da guerra o se intende limitarsi ad un avvertimento verbale.
Già nei giorni scorsi, il ministero della Difesa taiwanese ha rilevato 35 aerei da combattimento e otto navi militari cinesi attorno all'isola, in aumento rispetto alle attività precedenti. Di questi, 18 jet hanno superato la linea mediana della Stretto di Taiwan o sono entrati nello spazio aereo di difesa dell'isola nella parte sud-occidentale. Azioni da collegare all'arrivo a Taipei, il 26 agosto, della senatrice repubblicana Usa Marsha Blackburn (membro delle commissioni per il commercio e i servizi armati) che ha poi incontrato la presidente Tsai Ing-wen. La sua è stata la terza visita ad agosto di rappresentanti del Congresso Usa a Taiwan, dopo la missione della speaker della Camera Pelosi.
Anche nel caso di Blackburn, la Cina ha espresso «forte opposizione» al viaggio «nella regione cinese di Taiwan», che «ha gravemente violato il principio della Unica Cina». E a metà agosto, l'ambasciatore cinese negli Usa, Qin Gang, aveva pure chiesto agli Stati Uniti di interrompere le attività militari nella regione, accusando gli americani di esacerbare le tensioni.
«La parte statunitense ha fatto troppo e si è spinta troppo oltre - ha detto -. Chiedo ai colleghi americani di esercitare moderazione, di non fare nulla per aumentare la tensione. Se c'è qualsiasi mossa che danneggia l'integrità territoriale e la sovranità della Cina, la Cina risponderà».
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