Invasione di campo o tackle salva risultato in extremis non è dato sapere. Fatto sta che la mobilitazione della società civile francese contro l'avanzata del Rassemblement National, ha visto in prima fila anche i calciatori della nazionale francese di calcio impegnata ai campionati Europei. Su tutti il leader, capitano e icona dei Bleus Kylian Mbappé, così come il compagno d'attacco, l'interista Marcus Thuram, più che espliciti nell'invitare a votare contro Le Pen-Bardella, che sui social hanno festeggiato l'esito del voto come dopo un gol. «Impossibile sapere quanto possa avere pesato il loro intervento ma forse ribalterei il ragionamento: il fatto che abbiano scelto di esporsi può essere indicativo del clima che si respirava nella maggioranza del Paese. Hanno capito che poteva essere opportuno schierarsi». Così Lorenzo Pregliasco, direttore di YouTrend, all'indomani del voto in Francia, mai come questa volta deciso da una mobilitazione di massa anche di vip e campioni dello sport. Hanno dato retta a Mbappé e compagni? Difficile dirlo, anche perché se da una parte il calciatore è l'eroe della gente, dall'altra è anche un privilegiato milionario il cui parere non sempre viene tenuto in considerazione. «È sempre un arma a doppio taglio quando qualcuno lontano dalla vita comune della gente prende posizione. Uno come Mbappé ha poco in comune con un ragazzo che vive in una banlieue di Marsiglia... Di certo non c'è stato una ricaduta negativa su questi sportivi, il che conferma che abbiano interpretato il sentimento più diffuso in Francia, quello di voler arginare l'estrema destra», spiega Pregliasco che conferma quanto, in ogni caso, l'esito del voto in Francia sia figlio di uno schieramento «contro» piuttosto che di uno a favore. «I numeri confermano questa dinamica. I francesi hanno scelto di tapparsi il naso. A sinistra in maniera nettissima, ma anche tra i macroniani moderati si è fatta questa scelta. Hanno preferito l'estrema sinistra piuttosto che la destra. Un po' si sono rotti gli argini ma non abbastanza per dare la maggioranza al Rassemblement».
Il giorno dopo, in attesa della formazione del nuovo governo, i pensieri dei francesi sono già proiettati alle presidenziali del 2027 in cui potrebbe ripresentarsi lo stesso schema: tutti contro Le Pen e soci. «Può succedere di tutto da qui al 2027. Con un governo di larghe intese che escluderà il Rassemblement Le Pen potrebbe avere dei vantaggi, incentrando la sua campagna sull'essere l'unica forza opposizione. Resta una fetta maggioritaria che non vuole la destra radicale ma dipenderà molto da chi sarà il candidato al ballottaggio - continua Pregliasco - Un moderato sarebbe probabilmente vincente, ma immaginando una sfida tra Le Pen e Mélenchon, ci sarebbe un bel punto interrogativo sull'esito finale». Al di là delle speculazioni politiche, secondo il direttore di YouTrend il nostro Paese non avrà ricadute dal voto francese.
«Il nostro sistema elettorale è differente, l'alleanza sinistra-Macron è stata possibile grazie al secondo turno. Inoltre il Rassemblement National ha raggiunto il suo massimo raccogliendo il 33%, in Italia il centrodestra è molto più forte, intorno al 46%. Anche un eventuale campo larghissimo farebbe comunque fatica».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.