A lanciare per primo il sasso è stato il candidato romano Giovanni Caudo, mentre ancora si spogliavano i voti nella Capitale. «Si annuncia un'affluenza di 45mila persone, ma alle 19 erano 27mila: un simile balzo in due ore non è facile». E ancora: «Ho denunciato irregolarità: in un seggio si sono registrate file di stranieri che non sapevano bene per chi dovevano votare. Li hanno convinti a forza di santini elettorali».
Ieri l'ex sindaco Ignazio Marino, gran supporter di Caudo (che era stato suo assessore all'Urbanistica) ha ribadito i dubbi: «I risultati online danno Gualtieri e Caudo testa a testa, quelli cartacei danno risultati diversi. Per le schede chi parla di 30mila e chi di 48mila votanti. Perché non rifare lo spoglio con i candidati presenti, così si potrà confermare la trasparenza del voto?».
Così un Pd che vuole a tutti i costi celebrare la «festa democratica» delle primarie come un successo, e rilanciare la propria immagine un po' appannata e statica nei sondaggi, si ritrova a fronteggiare i veleni post-voto. Mentre vorrebbe partire di slancio nella campagna elettorale, piuttosto in discesa a Bologna ma ancora in salita a Roma. Nella città rossa, dove la outsider Isabella Conti ha avuto una forte affermazione, si tende immediatamente la mano alla candidata sconfitta, chiedendole di farsi coinvolgere nella campagna elettorale per l'ex rivale e facendo trapelare che si pensa ad un futuro ruolo per lei. Il primo a telefonarle, mentre nella notte era ancora in corso il conteggio, è stato proprio Enrico Letta, per farle i complimenti. Un modo per ricucire i rapporti dopo le tensioni della campagna per le primarie. Persino al capo delle Sardine Santori viene spiegato che deve parlar bene della Conti, e lui esegue, con un messaggio di ringraziamento a lei e al candidato vincitore Lepore: «Ci avete dimostrato che la politica è generosa, ed è gioco di squadra».
A Roma, il candidato sindaco Gualtieri cerca di blandire Marino, invitandolo a partecipare alla commissione di garanzia che deve ufficializzare i risultati: «Venga a vedere i dati, nella massima trasparenza». Quanto a Caudo, che si è affermato secondo con il 15% dei voti, è già in corso un corteggiamento per offrirgli un ruolo, magari di assessore se vincesse Gualtieri.
E lui non disdegna l'idea: «Per farlo però bisogna prima capire quale sarebbe l'agibilità politica e l'autonomia che avrei, se no non mi interessa». Intanto però smentisce di volere riconteggi: «Le primarie sono un bellissimo strumento, bisogna proteggerlo».
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