Il neo presidente filippino insulta Obama

Duterte al leader Usa: «Sei un figlio di....». Nel mirino la campagna antidroga

Valeria Robecco

New York La sua fama di duro gli è valsa il soprannome di Castigatore, ma questa volta il neo presidente delle Filippine Rodrigo Duterte sembra davvero aver passato il segno. «Obama figlio di p...., te la farò pagare», ha tuonato Duterte, la cui ira sarebbe stata scatenata da quelle che lui ha definito interferenze degli Stati Uniti negli affari interni del suo Paese.

La frase violenta e volgare contro il presidente americano, tuttavia, rischia di provocare un incidente diplomatico senza precedenti tra gli Usa e le Filippine. Ancor di più perché l'episodio arriva proprio alla vigilia del vertice dell'Asean in Laos, a margine del quale è in programma un incontro tra i due leader. E ora il faccia a faccia potrebbe saltare. Obama, infatti, ha chiesto al suo staff di valutare l'opportunità dell'appuntamento, dicendosi disponibile a incontrare Duterte solo in caso ci siano le condizioni per un «confronto costruttivo e produttivo», e definendo poi il collega di Manila un personaggio «colorito».

Il presidente filippino, eletto a maggio, ha promesso sforzi senza precedenti nella lotta alla droga, ma il pugno di ferro si è trasformato in una vera carneficina e nei suoi primi due mesi di governo il numero degli uccisi durante le operazioni ha già abbondantemente superato quota duemila. La situazione è stata denunciata dalle associazioni per la difesa dei diritti umani, criticata dalla Chiesa cattolica e dalle Nazioni Unite.

Duterte, per tutta risposta, ha definito l'Onu un'istituzione «inutile», minacciando l'uscita del Paese dall'organizzazione internazionale. Le parole shock contro Obama, invece, sono legate alle tensioni cresciute nelle ultime settimane quando, in vista del bilaterale, l'amministrazione americana non ha mancato di denunciare i metodi del nuovo governo di Manila nella lotta alla droga. In quell'occasione, il neo capo di stato ha insultato l'ambasciatore Usa a Manila, definendolo «gay figlio di p...». Mentre ieri se l'è presa direttamente con il Commander in Chief.

«Sempre più persone verranno uccise sin quando l'ultimo spacciatore non sarà tolto dalla strada, e fino a che l'ultimo produttore di droga non verrà eliminato, io continuerò», ha promesso Duterte insistendo che non ha intenzione di prendere ordini dagli Stati Uniti.

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