Neonazisti e pro-Pal, i legami tra estremisti nel nome dell'odio contro ebrei e Israele

Due degli arrestati sono ex anarchici: con sinistra e jihadisti condividono l'antisemitismo

Neonazisti e pro-Pal, i legami tra estremisti nel nome dell'odio contro ebrei e Israele
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Obiettivo comune: distruggere Israele. L'inquietante filo sotterraneo che collega i neonazisti di Werwolf arrestati mercoledì dalla Procura di Bologna ad ambienti antagonisti e anarchici è solo apparentemente inspiegabile. Perché il collante che le indagini - iniziate dalla Digos di Napoli e poi trasferite per competenza nel capoluogo emiliano - hanno individuato è preciso: l'antisionismo che diventa antisemitismo, e che porta a fare fronte comune estremisti di diverse provenienze.

Almeno due degli aderenti a Werwolf citati nel mandato di cattura vengono definiti di «provenienza anarchica». Uno è Salvatore Nicotra, bolognese di 35 anni, indicato come organizzatore della banda con «il ruolo specifico di addestratore dei componenti all'uso di armi nonché di istigatore al compimento di un attentato ai danni del Presidente del Consiglio»; il secondo è Giuseppe Fallisi detto Joe, «dedito ad attività di propaganda e indottrinamento anche mediate rilancio dei contenuti nazisti, suprematisti e negazionisti su proprie piattaforme web e Telegram». Nicotra è un operativo, poco noto anche alle forze dell'ordine. Ad aprire finestre significative è il secondo nome, quello di Joe Fallisi, milanese, professione tenore, e figura ben nota negli ambienti dell'attivismo filopalestinese.

È Fallisi, il 9 gennaio 2009, a guidare la manifestazione contro la «occupazione» israeliana di Gaza cui partecipano anche migliaia di giovani palestinesi ed arabi, e che si conclude in piazza Duomo con una preghiera di massa in direzione della Mecca: immagine di grande effetto, che nelle ore successive porterà alle proteste della Curia. A dirigere la preghiera, l'imam della moschea di viale Jenner Abu Imad, un estremista che dovrà fuggire dall'Italia perché inseguito da una condanna per terrorismo internazionale. Fino all'arrivo in piazza Duomo, l'imam era lì nel corteo, insieme allo spezzone guidato da Fallisi che sventolava bandiere palestinesi e urlava slogan contro «Israele assassino».

Ora Fallisi riappare come seguace di Werwolf. La sua intervista a Ardire.org, il sito gestito da Andrea Ziosi (leader del gruppo, secondo i pm) lascia pochi dubbi sulla deriva: al sito neonazista l'anziano tenore dice «ho il piacere di parlare con voi di Ardire, che stimo miei compagni di viaggio e di lotta», e definisce gli alleati di Israele «l'internazionale di Shylock», definizione classica della propaganda antisemita (che Fallisi definisce anche «piovra giudaica»).

Ad allarmare gli inquirenti bolognesi sono le prove che la saldatura di Werwolf si estende dagli ambienti antagonisti a reti e organizzazioni legate all'estremismo islamico. Analizzando i contatti Telegram di Ziosi la Digos individua ben «65 contatti che presentano caratteri in lingua araba, tra i quali si segnalano i seguenti che presentano elementi riconducibili all'estremismo di matrice islamista»: tra i contatti evidenziati dalla Digos c'è quello con l'«Esercito Khorasan», ovvero la filiale afghana dell'Isis.

Fino a quello più diretto e inquietante, con i due militanti della Fossa dei Leoni, l'organizzazione responsabile insieme ad Hamas della «Tempesta al-Aqsa», le stragi dell'ottobre 2023 in Israele; operazione alla quale i militanti di Werwolf applaudono ripetutamente: la «accolita degli usurai» è stata finalmente colpita.

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