Dopo nove mesi dall'insediamento in Campidoglio di Virginia Raggi è il New York Times a trarre le conclusioni sull'amministrazione pentastellata: "La nuova razza di politico in Italia non è diversa da quello vecchia, non meno contaminata dalla corruzione, non meno inefficace e non meno impopolare".
Così in un lungo articolo il quotidiano statunitense mette in fila i fallimenti del Movimento 5 Stelle a Roma. Mentre la città verte in una situazione disastrosa, si legge, le divisioni interne e le tensioni tra l'entourage del sindaco e la leadership nazionale hanno portato alla bocciatura dell'immagine trasmessa dalla Raggi, nonostante le attese di cambiamento e la rivoluzionaria discontinuità con la politica del passato. Spiega ancora l'articolo: "Il sindaco Raggi doveva essere il primo esempio di come un esponente anti-establishment del Movimento 5 stelle, un politico non di professione, avrebbe potuto scuotere la politica in Italia.
Al contrario ora gli oppositori del Movimento indicano l'esperienza dell'amministrazione Raggi come prova che il partito è pronto ad abbattere un governo, ma non a governare, e che la nuova razza di politico in Italia non è diversa da quella vecchia, non meno contaminata dalla corruzione, non meno inefficace e non meno impopolare". Una quasi completa bocciatura non estesa però all'altra sindaca pentastellata, quella di Torino: Chiara Appendino.
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