No, la Moratti non ha mai detto di dare il vaccino alle Regioni più ricche

L'assessore al Welfare della Lombardia sotto accusa dopo la circolazione di una bufala: la sua frase era diversa ed è stata decontestualizzata. Così hanno distorto il suo ragionamento

No, la Moratti non ha mai detto di dare il vaccino alle Regioni più ricche

Nelle ultime ore abbiamo assistito a un cerchio di polemiche che si è creato ai danni di Letizia Moratti, colpevole - a giudizio dei sempre pronti commentatori social e da salotto - di aver richiesto di distribuire maggiori dosi di vaccino alle Regioni più ricche. Una notizia divulgata immediatamente a gran voce dagli oppositori politici, con il Partito democratico sulle barricate: "Sulla salute non si accettano discriminazioni". Non hanno perso tempo neanche Andrea Scanzi e Selvaggia Lucarelli, noti per essersi resi protagonisti più volte di uscite a vuoto. Il giornalista de Il Fatto Quotidiano sul suo profilo Facebook ha rilanciato il caso con tanto di grafica allegata: "Fare peggio di Gallera pareva impossibile, ma lei può farcela eccome. Che destra orripilante che abbiamo".

C'è un piccolo particolare però, che evidentemente è sfuggito a molti: l'assessore al Welfare della Lombardia non ha mai detto quanto messo in circolazione di recente. Sui social è stata diffusa una dichiarazione attribuita all'ex sindaco di Milano: "Più vaccini alle regioni ricche". In realtà la sua frase era diversa ed è stata decontestualizzata. Gli avversari politici hanno dunque distorto il suo ragionamento, che in realtà andava in un senso totalmente differente. Non è la prima volta: spesso si tende a generalizzare, a sintetizzare eccessivamente una tesi sostenuta, soprattutto nell'era dei media digitali dove sono d'impatto le immagini con didascalie.

La verità

Basta semplicemente analizzare l'articolo pubblicato dall'Ansa secondo cui - stando a fonti di maggioranza e opposizione della Regione - la Moratti avrebbe chiesto a Domenico Arcuri di tenere in considerazione 4 parametri per la ripartizione dei vaccini anti-Coronavirus: contributo che le Regioni danno al Pil, mobilità, densità abitativa e zone più colpite dal virus. Non si parla di ricchezza, ma si fa riferimento a quattro elementi ben specifici avanzati al commissario straordinario all'emergenza Covid-19 mediante una lettera.

Dall'Assessorato al Welfare hanno prontamento precisato che il riferimento al Pil è legato alla richiesta di una "accelerazione nella distribuzione dei vaccini in una Regione densamente popolata di cittadini e anche di imprese, che costituisce una dei principali motori economici del Paese". In sostanza: il concetto non è quello di dare più dosi alle Regioni ricche, ma "se si aiuta la ripresa della Lombardia, si contribuisce in automatico alla ripresa dell'intero Paese".

L'intento è quello di dare una fattorizzazione matematica alla richiesta di mettere in sicurezza le attività produttive, auspicando nell'accelerazione delle vaccinazioni. Sul merito è giusto aprire una discussione politica, ma - come fa notare Bufale.net - non si può spacciare per vero ogni collage con un taglia e incolla di parole a seconda della convenienza.

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