L’iniziativa dell’assessore alla Semplificazione della Regione Piemonte, Maurizio Marrone, hanno scatenato un putiferio. L’esponente di Fratelli d’Italia, come anticipato da La Stampa, avrebbe nel cassetto, pronta per essere approvata dalla giunta Cirio, una delibera per vietare la somministrazione della pillola abortiva nei consultori e impedire l’accesso al medicinale in regime di Day Hospital. Secondo l’assessore, infatti, le linee guida emanate i primi di agosto dal ministero della Salute, che prevedono la cancellazione dell’obbligo di ricovero per l’assunzione del farmaco e la possibilità di praticare l’aborto farmacologico fino alla nona settimana, sarebbero "incompatibili" con la 194.
Tre, è convinto Marrone, i punti controversi. Il primo è lo "stravolgimento del ruolo dei consultori", il secondo riguarda il carattere di eccezionalità, legato all’emergenza Covid, per la somministrazione della Ru486 in Day Hospital, e terzo, la possibile violazione dell'articolo 2 della legge 194 "che menziona la possibilità di avvalersi di organizzazioni di volontariato che diano un sostegno per superare le cause che potrebbero indurre la donna all'interruzione della gravidanza". Tanto è bastato per attirarsi una ridda di critiche e accuse. "Sull'aborto il diritto di scelta non si tocca", ha commentato secca la sindaca di Torino, Chiara Appendino, che rimprovera a Marrone di "fare becera propaganda sul corpo delle donne, entrando a gamba tesa sui temi dell'interruzione volontaria di gravidanza e delle sue modalità".
La sindaca grillina gli dà pure dell’"ignorante", mentre la responsabile Diritti del Pd, Monica Cirinnà, madrina delle unioni civili, apostrofa l’iniziativa come "oscurantista". La giunta Cirio, punta il dito la Dem, sta "tentando di cancellare la libertà e i diritti delle donne” con una “vergognosa campagna propagandistica senza basi scientifiche e mediche". Guai a fare "passi indietro basati su una deriva oscurantista anziché su prove scientifiche", mettono in guardia anche i parlamentari piemontesi del M5S, ricordando il caso della governatrice umbra Donatella Tesei, che lo scorso giugno aveva dato vita ad un’iniziativa analoga. "Spaventa non poco – attaccano i grillini - che l'assessore piemontese Marrone pensi di anteporre la propria ideologia a quanto detta il ministero della Salute".
Critico anche il capogruppo di Liberi e Uguali alla Camera, Federico Fornaro, che definisce inaccettabile l’ipotesi di una delibera regionale che contraddica le linee guida emanate dal dicastero guidato da Roberto Speranza. "La destra – attacca - prova a far politica sul corpo delle donne". "La decisione del ministero della Salute – ha aggiunto - è assolutamente in linea con la legge 194 e con la tutela della salute delle donne". La consigliera regionale pentastellata, Francesca Frediani, invece, accusa Marrone di aver scavalcato le sue deleghe e il ruolo dell’assessore alla Sanità.
L’esponente del partito di Giorgia Meloni, però, è deciso ad andare avanti. Dice di voler "difendere la salute delle donne" e assicura di essersi già confrontato con Luigi Icardi. "Ieri ci siamo parlati e lui approfondirà con gli uffici tecnici, ci aggiorneremo presto", promette. Sul caso è intervenuto anche il governo, con il ministro degli Affari Regionali, Francesco Boccia, che ha telefonato al governatore leghista Alberto Cirio, per esprimergli la sua "preoccupazione".
Ci pensa lo stesso presidente della Regione, poco dopo, a smorzare i toni di una polemica che si fa di ora in ora più aspra. "La delibera non è ancora in programma, perché si sta approfondendo il tema – chiarisce in una nota - è una proposta dell'assessore che verrà portata prima in maggioranza per una valutazione da parte di tutti, essendo un tema che tocca le sensibilità individuali". Prima ancora era stata un altro comunicato della Regione Piemonte a far sapere che l’assessore Marrone "sta verificando con l'Avvocatura regionale eventuali profili di illegittimità del provvedimento del Ministero della Salute rispetto alle disposizioni della Legge 194, in quanto sarebbero emerse delle criticità".
"L'argomento non è ancora approdato al tavolo della Giunta regionale, né è stato oggetto di valutazioni etiche da parte dell'assessore regionale alla Sanità, Luigi Icardi, che attende di conoscere il quadro completo degli approfondimenti legali in corso", conferma anche l’assessorato alla Salute della regione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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