"Noi ci ispiriamo a Borsellino. Altre misure contro la mafia"

Oggi l'iniziativa a Catania per ricordare il giudice. "Lui è in ogni nostra azione"

"Noi ci ispiriamo a Borsellino. Altre misure contro la mafia"
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Sara Kelany, parlamentare di Fdi, a tutto campo sulla manifestazione che il suo partito inaugura oggi a Catania. Il focus è ancora il ricordo del giudice Paolo Borsellino.

«Parlate di mafia» è alla terza edizione. Che significa oggi ricordare il sacrificio di Borsellino?

«Oggi come e più di ieri, ricordare Paolo Borsellino significa rendere concreto tutto quello che ci ha sempre mosso nell'affrontare la politica: impegno sociale e civile, dedizione, passione e coraggio di cambiare le cose. Paolo Borsellino era questo e lo ha fatto fin all'estremo sacrificio della sua vita. Abbiamo il dovere di ispirarci a lui in ogni nostra azione».

Parlerete anche del dl Caivano in chiave periferie italiane. Pensate che sia riproducibile in altri contesti?

«Con il dl Caivano il governo ha offerto una risposta immediata e forte a seguito di un caso di cronaca che ha colpito la collettività. Consapevoli dell'irrisarcibilità morale e materiale di quanto subito dalle vittime, lo Stato ha fatto ciò che prima non era mai stato fatto, tornando sul territorio e fornendo una risposta sia repressiva che preventiva. Di sicuro il modello Caivano è un modello replicabile, un paradigma che servirà ad affrontare degrado e marginalità sociale in tutte le periferie d'Italia e potrà essere arricchito».

La commissione parlamentare antimafia è presieduta da un vostro esponente. E proprio sulla verità attorno alla strage di via d'Amelio si è concentrata la sua attività.

«La mafia è cambiata, è multiforme, si adegua ai tempi, usa strumenti sofisticati e per combatterla occorre non abbassare mai la guardia. Per Fdi contrastare la mafia significa impegnarsi sia sul fronte della trasparenza e della verità e per questo ringrazio il grande lavoro che sta facendo la commissione antimafia presieduta dall'onorevole Colosimo. La commissione con coraggio si è assunta il compito di diradare delle nebbie che da oltre trent'anni avviluppano il periodo orribile delle stragi di mafia e questo serve non solo per restituire verità, ma per comprendere fino in fondo i meccanismi che muovono la criminalità organizzata».

Oggi c'è un legame tra immigrazione irregolare e mafia. Quali interventi di contrasto intendete mettere ancora in campo?

«Là dove la mafia fiuta guadagni, lì si innesta. Molti interventi sono stati fatti, penso alla stretta nei confronti dei trafficanti di uomini con il decreto Cutro, o ai provvedimenti contro le agromafie e il caporalato.

Ricordo anche l' accelerazione nelle indagini sulle truffe della criminalità organizzata sul decreto flussi, dovuta all'esposto alla Diadel presidente Meloni. Sono certa che il governo proseguirà sulla strada già intrapresa, con un rigoroso controllo delle frontiere per spezzare l'orrido traffico dei migranti e valorizzare invece l'immigrazione regolare».

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